Cdm: moratoria di un anno per il nucleare
Si trasforma in un vero e proprio stop al piano per lo sviluppo dell'energia nucleare, la pausa di riflessione del governo italiano a seguito dei tragici eventi di Fukushima. Il Consiglio dei Ministri ha formalizzato la moratoria di un anno delle procedure di individuazione dei siti delle centrali, annunciata il 22 marzo scorso dal ministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani.
Nelle dichiarazioni del ministro Romani, la parola chiave che motiva l'improvviso cambio di rotta è la sicurezza e l'applicazione di valutazioni e controlli richiesti anche dall'Unione europea.
Per le opposizioni, al contrario, la decisione del Governo ha tutt'altro segno.
Secondo il Partito democratico quello di cui c'è bisogno è "un vero piano energetico nazionale per sviluppare le energie rinnovabili" e la moratoria serve a mascherare l’intenzione di retrocedere rispetto ad un scelta che non incontra il favore della maggior parte degli italiani (il 68% è contrario al ritorno al nucleare).
Per l'Italia dei Valori si tratta invece di un "raggiro": l'idea è che senza un rallentamento in un momento di alta tensione emotiva sul tema del nucleare, i cittadini potrebbero esprimersi attraverso il referendum del prossimo 12 giugno, ponendo una pietra tombale sui progetti del governo.