Private Equity e Venture Capital in Italia: il punto al Convegno annuale AIFI
Quasi 300 investimenti effettuati nel 2010 dagli operatori di private equity e venture capital attivi in Italia, il 3% in più rispetto al 2009. Circa 2,5 miliardi di Euro l’ammontare investito, grazie soprattutto alle operazioni realizzate nella seconda parte dell’anno, che hanno fatto registrare, rispetto al primo semestre, una crescita del 26% in termini di numero e del 246% in termini di ammontare. Sono i dati derivanti dalla ricerca condotta da AIFI, l'Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital, sul mercato italiano del capitale di rischio, e presentati in occasione del Convegno annuale 2011, tenutosi presso la sede di Assolombarda a Milano lo scorso 21 marzo.
Di seguito la distribuzione degli investimenti per tipologia:
Numero | Ammontare (Euro x 1.000) | |
Early stage | 106 | 89.436 |
Expansion | 109 | 582.784 |
Turnaround | 14 | 50.509 |
Replacement | 7 | 91.375 |
Buy out | 56 | 1.647.193 |
Totale | 292 | 2.461.297 |
La maggior parte delle risorse investite (1.647 milioni di Euro), come negli anni precedenti, è stata destinata ad acquisizioni di maggioranza (buy out), nonostante una piccola flessione del 2% rispetto al 2009. Rilevante soprattutto il peso degli interventi di expansion che, con 109 investimenti, corrispondenti a circa 583 milioni di Euro investiti, hanno attratto il 24% delle risorse complessive, contro il 14% nel 2009, e quello dell'early stage che, con 106 investimenti, ha mostrato un aumento del 34% rispetto al 2009.
Dal punto di vista della dimensione delle aziende oggetto di investimento, nonchè della loro distribuzione settoriale, nel corso del 2010 si è osservato un:
- incremento del peso delle imprese di piccole e medie dimensioni:
- l’85% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 250 dipendenti, rispetto al 77% nel 2009;
- il 78% delle operazioni si è concentrato su aziende aventi un fatturato inferiore ai 50 milioni di Euro, contro il 74% del 2009; - predominio di imprese operanti nel settore dell’energia & utilities (il 14% del numero totale di operazioni), superando il comparto dei beni e servizi industriali (solo il 9%), storicamente al primo posto per numero di operazioni.
In termini di ammontare investito, invece, la maggior parte delle risorse è confluita verso il settore dei beni di consumo, rappresentando il 24% dei capitali complessivamente investiti), seguito dal comparto dell’energia & utilities, pari al 21%.
70 sono state le operazioni di investimento realizzate nel 2010 in imprese attive nei settori ad alta tecnologia, il 24% contro il 26% del 2009, per un valore di 907 milioni di euro, rispetto ai 549 milioni nel 2009.
Per quanto concerne la ripartizione tra nuove operazioni (initial) e reinvestimenti in società già partecipate (follow on), nel 2010 gli investimenti appartenenti alla seconda tipologia hanno rappresentato la maggioranza in termini di numero (il 58% sul totale), mentre in termini di ammontare hanno prevalso le operazioni appartenenti alla prima (il 51%).
Considerando la distribuzione geografica dell’attività, il 73% del numero complessivo degli investimenti ha interessato il Nord Italia, l'8%, contro il 4% dell’anno precedente, invece è stato realizzato nel Sud e Isole. In termini di ammontare, sono cresciute in modo significativo le risorse destinate al Centro del Paese, che hanno rappresentato il 48% dell’ammontare complessivo, eguagliando i capitali destinati ad aziende del Nord.
Dopo le difficoltà del 2009, l’attività di raccolta ha visto nel 2010 una significativa ripresa, con 2.187 milioni di Euro raccolti e un incremento del 129% rispetto all’anno precedente: gli istituti bancari hanno rappresentato la prima fonte di capitale (41%), seguiti dai fondi di fondi (12%) e dalle fondazioni bancarie ed accademiche (10%).
Con riferimento all’attività di disinvestimento, nonostante l’ammontare, calcolato al costo d’acquisto (con esclusione, quindi, dei capital gain), faccia segnare una diminuzione rispetto al 2009 (977 milioni di Euro nel 2010, contro i 1.821 milioni dell’anno precedente), va segnalato il significativo calo dei write off, vale a dire delle svalutazioni, totali o parziali, delle società in portafoglio: è stato registrato il 28% in termini di ammontare disinvestito, contro l’85% nel 2009, e l’11% in termini di numero, a fronte del 39% dell’anno precedente.
Tra le altre modalità di cessione delle partecipazioni, la vendita a soggetti industriali si conferma il primo canale di disinvestimento in termini di numero, con una incidenza del 51%, seguita dalla vendita ad altri investitori finanziari (17%). In termini di ammontare, invece, la vendita ad altri investitori finanziari si è configurata come il principale canale utilizzato, con il 43% dell’ammontare complessivamente dismesso, seguita dalla vendita a soggetti industriali, con il 21%.
Gli interventi al Convegno AIFI:
Private Equity ed economia italiana (Giampio Bracchi)
Il mercato italiano del Private Equity e Venture Capital nel 2010 (Anna Gervasoni)
Il Ruolo degli Investitori di Lungo Termine (Giovanni Gorno Tempini)
Private Equity e Imprese Industriali: come crescere insieme – Il caso Esaote (Carlo Castellano)
Europe’s Leading Developer of Risk Financing for Entrepreneurship & Innovation (John Holloway)