Accordo sul Fondo permanente per la stabilita' dell'euro
Una capacità di prestito pari a 500 miliardi su una dotazione complessiva di 700 miliardi, di cui 40 da versare entro il 2013, altrettanti entro il 2016 e 620 miliardi in garanzie fornite dagli Stati dell'eurogruppo e capitale impegnato su richiesta: questi i numeri del nuovo Fondo salva-Stati, lo European Stability Mechanism, su cui i ministri dei paesi dell'Eurozona hanno raggiunto ieri un'intesa.
Il nuovo meccanismo permanente di stabilità (Esm), che andrà a sostituire l'attuale European Financial Stability Facility (Efsf), in scadenza al 2013, potrà acquistare titoli di paesi in difficoltà solo sul mercato primario, cioè all'emissione, contrariamente a quanto auspicato dalla Banca centrale europea (Bce), e allo stesso modo è esclusa l'introduzione degli eurobond, proposti in particolare dal ministro dell'Economia italiano Giulio Tremonti.
Il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha espresso la sua perplessità sulla scelta di non consentire all'Esm di operare sul mercato secondario dei titoli, mentre ha spiegato il rifiuto degli eurobond con il rischio che questi disincentivino l'adozione di "solide misure di disciplina fiscale".
Il Fondo, che avrà sede in Lussemburgo, potrà concedere prestiti sia a tasso fisso che variabile, in entrambi i casi con tre A di rating.
Per quanto riguarda l'European Financial Stability Facility, sembra confermata la volontà di aumentarne la capacità di prestito da 250 a 440 miliardi di euro, ma i dettagli saranno definiti solo dopo che il Consiglio del 24 e 25 marzo avrà approvato definitivamente il nuovo pacchetto per la governance economica dell'Unione.
Un processo di riforma che sembra giungere a conclusione, a meno che le resistenze del Portogallo al piano di austerity che dovrebbe salvarlo dal ricorso all'Efsf e le discussioni intorno alla rinegoziazione dei termini del prestito all'Irlanda non mandino in pezzi il lavoro di composizione degli ultimi mesi.