Statuto delle Imprese: sì della Camera
Approvato lo Statuto delle Imprese, che da lunedì ha interessato i lavori della Camera. Ora tocca al Senato pronunciarsi sul progetto di legge, definito da molti come una rivoluzione copernicana per il settore produttivo italiano, la cui spina dorsale è costituita in primo luogo dalle piccole e medie imprese.
La finalità principale dello Statuto, ha ricordato il suo promotore Raffaello Vignali, è "la creazione di un ambiente esterno in cui fare impresa sia gratificante o quanto meno non ostacolato da parte dello Stato e della pubblica amministrazione".
Le principali criticità emerse nel corso del dibattito tra opposizione e governo hanno riguardato infatti la gestione degli appalti pubblici rivolti alle micro, piccole e medie imprese e i ritardi nei pagamenti delle transazioni commerciali delle pubbliche amministrazioni.
Con l'approvazione dell'emendamento presentato dalla Lega Nord verranno innalzate le soglie per l’affidamento degli appalti pubblici: fino a 125.000 euro per i servizi di progettazione aggiudicati dalle amministrazioni aggiudicatrici centrali e fino a 193.000 euro per le altre amministrazioni.
Lo Statuto, ha affermato Alessandro Montagnoli (LN), costituisce "una vera e propria svolta epocale in senso federalista" a vantaggio soprattutto delle piccole e medie imprese, alle quali sarà riservato il 60% degli incentivi di natura automatica o valutativa; è prevista inoltre una "sotto-riserva" del 25% per le micro e piccole imprese.
Le amministrazioni, infine, non potranno derogare ulteriormente i termini di pagamento fissati dal D.Lgs. 231/2002.
“Maggiore trasparenza, meno burocrazia, più investimenti, una Commissione parlamentare ad hoc, tempi certi per le risposte da parte della pubblica amministrazione e l’istituzione del Garante", ha dichiarato Giovanni Reguzzoni (LN), "rappresentano il modo migliore per far tornare la nostra economia a correre”.
L'istituzione ufficiale di Mister Pmi presso il ministero dello Sviluppo economico e della Commissione per le micro, piccole e medie imprese, tanto paventata per il rischio di sconfinare nella potestà regionale, diverranno una realtà. Nel rispetto del principio di sussidiarietà tra Stato e Regioni, Mr Pmi e la Commissione favoriranno la creazione di una rete e di un contesto dove le esigenze delle pmi sono messe al centro della politica economica.
Con lo Statuto, ha concluso il deputato Vignali, "si intende invertire il paradigma che ha guidato le politiche per le imprese, passando dal paradigma secondo cui 'quello che va bene alla grande impresa, va bene all'Italia' a: 'quello che va bene ai piccoli, va bene all'Italia'. Ciò non perché si è cultori del «piccolo è bello», ma per realismo: piccolo è quello che c'è, e le piccole e medie imprese rappresentano il 99% del totale".