Adottata la Roadmap della Commissione per un'economia a basso impatto di carbonio
Prende forma l'azione della Commissione europea per contrastare il cambiamento climatico con l'adozione, l'8 marzo scorso, della "Roadmap for moving to a competitive low carbon economy in 2050". L'investimento necessario a realizzare gli obiettivi della tabella di marcia è stimato per circa 270 miliardi di euro all'anno, pari all'1,5% del PIL dell'UE.
La comunicazione si inserisce nel quadro della strategia Europa 2020 per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, che ha per obiettivi la riduzione del 20% delle emissioni inquinanti e l'aumento del 20% della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica entro il 2020.
Si tratta di un'iniziativa volta ad orientare le politiche nazionali e le strategie settoriali nel lungo termine, al fine di mantenere il riscaldamento climatico entro 2° C e ridurre entro il 2050 le emissioni di gas serra a livello UE dell'80-95%, e a livello globale del 50%, rispetto ai livelli del 1990.
La prima raccomandazione è quella di procedere rapidamente, perché, come spiegato dalla Commissaria europea responsabile per l'Azione per il clima, Connie Hedegaard, "quanto più aspetteremo, tanto più sarà elevato il costo", rendendo le economie europee più vulnerabili rispetto alle fluttuazioni dei prezzi e meno competitive di quelle di altri Paesi.
Secondo Hedergaard non bisogna attendere l'evoluzione delle tecnologie, ma sfruttare le innovazioni già disponibili, a partire da quelle per la cattura e lo stoccaggio di carbonio (CCS), di cui si tratta piuttosto di ridurre i costi.
Presentando la Comunicazione a stakeholders e stampa italiana, presso la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Nathalie Creste Manservisi, capo unità alla DG Clima della Commissione europea, ha delineato i principali passaggi dell'iniziativa.
Innanzitutto il target: per mantenere entro i 2°C l'aumento della temperatura è necessaria una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% entro il 2050, un risultato che richiede maggiore impegno da parte degli Stati membri e di tutti i settori produttivi rispetto a quanto fatto finora.
Naturalmente l'obiettivo globale, ridurre le emissioni del 50% entro il 2050, potrà essere raggiunto solo con un impegno altrettanto significativo da parte degli altri Paesi sviluppati e il coinvolgimento delle economie emergenti.
La misura degli investimenti, pubblici e privati, da realizzare annualmente è stimata intorno a 270 miliardi di euro, con riferimento principalmente ai settori dell'energia, delle costruzioni, dei trasporti e dell’agricoltura e beneficiando anche del supporto della Banca europea degli investimenti (BEI), che renderà disponibili strumenti agevolativi a favore delle imprese.
"Investimenti che hanno un costo, ma che non sono necessariamente un costo", ha sottolineato Nathalie Creste, perché si tradurrebbero in una riduzione dei prezzi energetici e in una minore dipendenza dell'UE dall'importazione di gas e petrolio da Paesi terzi, grazie alla diversificazione delle fonti energetiche e alla maggiore autonomia degli Stati membri, e soprattutto perchè tali risorse produrrebbero crescita, innovazione e occupazione all'interno dell'Europa stessa.
Insomma l'idea della Commissione è quella di un quadro di lungo periodo che tenga insieme i vincoli di stabilità dei bilanci pubblici con la necessità e l'opportunità di contrastare il cambiamento climatico e di dare slancio alla green economy, attraverso azioni che si completano vicendevolmente, dal prossimo Piano strategico per le tecnologiche energetiche (SET 2014-2020) al Libro bianco dei Trasporti, atteso per la fine di marzo, alla Politica agricola comune (PAC) fino alla Roadmap sull'energia per il 2050, che dovrebbe essere adottata in autunno.
La Roadmap per un'economia a basse emissioni di carbonio appena adottata sarà discussa nel Consiglio informale di Budapest del prossimo 26 marzo e poi dal Consiglio UE di giugno.
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Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050