Famiglia-lavoro, nuova intesa per la parità tra donne e uomini
Da ora in avanti donne e uomini potranno gestire meglio il lavoro svolto fuori e dentro il nucleo familiare grazie all'accordo per il sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, siglato il 7 marzo tra Rete Imprese Italia (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti), Ministero del Lavoro e parti sociali.
L'intesa, firmata all'indomani della Giornata Internazionale delle Donne, rappresenta un passo importante per l'Italia, che, come ha ricordato il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, "non può continuare a permettersi ulteriori ritardi in tema di parità tra uomini e donne".
Il gender gap registrato in Italia coinvolge vari aspetti della realtà nazionale, dalla rappresentanza parlamentare alla presenza delle donne nel mondo del lavoro. I maggiori ostacoli per un'effettiva eguaglianza di genere derivano da una scorretta organizzazione del mondo del lavoro e del welfare italiano, il quale ha sempre fatto affidamento sul lavoro di cura gratuito svolto dalle donne nel nucleo familiare.
L'assenza di strumenti adeguati volti a garantire la partecipazione equa delle donne e degli uomini nella sfera pubblica e in quella privata, ha portato l'Italia a coprire il 54° posto (su 188 Paesi) per la presenza femminile nel Parlamento (dopo Ruanda, Mozambico e Pakistan), e il 24° posto per il numero di donne elette al Parlamento europeo. Inoltre, rispetto alla media europea le donne italiane con figli abbandonano più facilmente il mercato del lavoro (2-3% in più).
L'accordo firmato ieri intende superare questa situazione promuovendo l'introduzione delle seguenti misure:
- impiego del telelavoro in alternativa ai congedi parentali o facoltativi;
- orari flessibili in entrata e in uscita per madri e padri entro i primi 3 anni del bambino;
- trasformazione temporanea del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale per i primi 5 anni del bimbo o per assistere genitori e familiari in rilevanti esigenze cura;
- possibilità di una flessibilità di orari concentrati, intesi come orario continuato dei propri turni giornalieri;
- realizzazione di asili nido aziendali e interaziendali, di servizi collettivi di trasporto da e per gli asili pubblici;
- possibilità di usufruire di due settimane per l'inserimento dei bimbi alle scuole materne ed al primo anno di scuola elementare;
- definizione di una banca ore, anche ad hoc per genitori con bimbi sino a 24 mesi.
"Il documento definisce finalmente la conciliazione non più solo come una questione femminile, dando attenzione anche al coinvolgimento dei padri nella cura dei figli", ha affermato il segretario confederale dell'Ugl, Marina Porro.
Al fine di applicare le migliori strategie, con l'intesa si istituisce un tavolo tecnico per l'individuazione delle migliori "buone pratiche" family friendly, in collaborazione con l’Osservatorio affidato alla Consigliera di Parità.
L'accordo, ha concluso il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, "rappresenta un passo avanti nelle nostre relazioni industriali", poiché intende accrescere l'occupazione femminile, la più colpita insieme a quella giovanile dalla crisi.
Avviso comune sulle misure a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro
Dossier - Governo italiano