Servono maggiori investimenti per la politica spaziale europea
L’investimento dell’UE nel settore spaziale è pari a 6 miliardi l'anno: considerando che gli europei sono 450 milioni, la spesa pro capite ammonta a soli 13 euro l'anno. Si potrebbe fare molto di più: la promozione della ricerca spaziale infatti, permette alle autorità internazionali di disporre di dati fondamentali per prendere decisioni politiche sul clima e sulla sicurezza, in particolare i disastri naturali, ma anche di migliorare il sistema dei trasporti, l’agricoltura e la pesca.
Lo spazio torna ad essere una priorità: secondo il vicepresidente della Commissione Europea con delega all'Industria, Antonio Tajani, “i soldi per lo spazio sono bene investiti”.
L'occasione per parlarne è stata la sua visita, lo scorso 26 luglio, all’Esrin di Frascati, il centro dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) specializzato nell'Osservazione della Terra. Tajani aveva cominciato a prendere a cuore questo settore sin da quando era commissario ai Trasporti e ha voluto fortemente mantenerne la delega, nonostante il nuovo portafoglio industriale. E"' vero - ha aggiunto l'Europa "dovrà fare i conti con la crisi", ma "c'é un grande interesse da parte di tutti i Paesi membri a sviluppare una politica spaziale". Una vera e propria ipoteca sul finanziamento dei satelliti Sentinel per l'ambiente e la sicurezza, la cui realizzazione è prevista nel programma Gmes (Global Monitoring for Environment and Security), cofinanziato da Esa e Commissione Europea. Resta infatti da risolvere il problema dei fondi: finora il Consiglio Europeo ha assegnato 107 milioni, ma i conti non quadrano, visto che per finanziarlo servono in tutto ben 500 milioni.
Tajani ha potuto osservare di persona la funzionalità dei dispositivi coordinati dal centro ESRIN di Frascati che hanno importanti implicazioni in diversi campi e contribuiscono a una migliore comprensione dell'ambiente, alla gestione delle crisi, alla meteorologia o alla pianificazione urbana. "Ciò permette all'Europa di giocare un ruolo centrale in questo campo e ai cittadini di profittare di questi servizi", ha dichiarato Tajani. Ad oggi questo servizio è stato già messo a servizio delle strutture di protezione civile e ha permesso di aiutare le operazioni di soccorso nel disastro della marea nera nel Golfo del Messico e nei terremoti che hanno recentemente colpito Haiti e la Cina.
Tajani ha annunciato la prima valutazione della politica spaziale nel vecchio continente: "Entro fine anno presenterò al collegio dei commissari europei una comunicazione che disegni la strategia politica dello spazio relativa ai tre programmi in corso'', ha dichiarato Tajani riferendosi al sistema europeo di navigazione satellitare Galileo, al suo predecessore Egnos e al programma per l'osservazione della terra e la sicurezza GMES.
Questa primo sopralluogo ha consentito al vicepresidente dell’esecutivo di Bruxelles di verificare lo stato di sviluppo del progetto GMES. Si tratta di uno sforzo unico e complesso nel suo genere, che combina l’uso di tecnologie satellitari e di informazioni locali a beneficio delle politiche europee in ambiti importanti come l’agricoltura, la pesca, la navigazione, la sicurezza urbana e gli aiuti umanitari.
Tajani è stato informato dei più recenti sviluppi di questo progetto che ha visto ad oggi un totale di 2,3 miliardi di euro investiti dai Paesi membri dell'ESA e dalla Commissione europea. I primi tre satelliti del programma (le cosiddette "Sentinelle") dovrebbero essere lanciati in orbita nel 2012-13. Si continua il lavoro anche su Sentinel-5 che colmerà la lacuna d'informazioni sull'osservazione dei gas atmosferici. I dati che provengono da questi satelliti sono già utilizzati nelle previsioni meteorologiche, nella prevenzione e la gestione di calamità naturali. Presto saranno impiegati nel monitoraggio dei mutamenti climatici e dei flussi migratori.
Tajani ha poi rilanciato una possibile collaborazione con la costituenda Agenzia spaziale africana, la cui creazione è attesa per l'inizio del 2011. Una collaborazione che partirà proprio dal progetto GMES, pensato per il monitoraggio globale dell'ambiente e della sicurezza.