Accordo tra Parlamento europeo e Consiglio dei Ministri europei sulle emissioni industriali
Raggiunto l'accordo con il Consiglio dei Ministri europei, il Parlamento europeo ha approvato una Direttiva sulle emissioni industriali che mira a potenziare la protezione dell'ambiente e della salute e a semplificare le norme precedenti, lasciando considerevoli margini di azione nell'applicazione delle regole ai singoli Stati membri.
La Direttiva riassume 7 legislazioni già esistenti, tra cui la Direttiva sui grandi impianti di combustione e la Direttiva sulla Prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, e rende più severi i limiti per l'emissione in atmosfera di agenti inquinanti (ossidi di azoto, anidride solforosa, polveri..) a partire dal 2016.
Gli Stati membri potranno tuttavia godere di una certa flessibilità nell'applicazione delle nuove regole per le centrali elettriche e sarà possibile adottare piani nazionali transitori per alcuni impianti di combustione, spostando al luglio 2020 il termine ultimo per la piena conformità alle norme.
Potranno invece essere esonorati dai vincoli della direttiva gli impianti di vecchia data che siano destinati all'inattività entro il 2023 o che passino a 17.500 ore di lavoro dopo il 2016.
In ogni caso i mancati interventi statali dovranno essere giustificati dai singoli Governi, dimostrando che i costi per l'applicazione della direttiva sono sproporzionati rispetto al guadagno ambientale che ne conseguirebbe.
Una condizione che non appare sufficiente a quanti, come il relatore per il Parlamento europeo Holger Krahmer, ritengono gravissimo che "ad un certo numero di centrali elettriche a carbone obsolete sarà permesso di inquinare per un altro decennio", oltre che iniquo per i Paesi che sono già intervenuti per ridurre l'impatto ambientale dei vecchi impianti.
Dopo l'adozione formale del testo da parte del Consiglio europeo, la Direttiva dovrò essere recepita negli ordinamenti giuridici degli Stati dell'UE.
Testo provvisorio della Direttiva sulle emissioni industriali