Reddito alimentare 2023: cos'è, a chi è rivolto e come ottenerlo?
È tutto pronto per la sperimentazione triennale del reddito alimentare, un sostegno in più per aiutare coloro che si trovano in situazione di povertà assoluta e per combattere lo spreco di cibo. Ecco a chi spetta e come richiedere il sussidio.
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Introdotto dalla Legge di Bilancio 2023, il reddito alimentare è una delle agevolazioni previste dal governo per supportare gli indigenti attraverso la consegna gratuita di pacchi alimentari realizzati con i prodotti invenduti nella grande distribuzione.
A dettare i requisiti e le modalità di accesso alla misura è intervenuto il decreto n. 78-2023, appena firmato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone ed ora al vaglio degli organi competenti.
Il provvedimento entrerà in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione sul sito internet del Ministero - sezione Pubblicità legale - e della sua adozione verrà dato avviso sulla Gazzetta Ufficiale.
Cos'è il reddito alimentare 2023?
Il reddito alimentare è un sussidio nato con un duplice obiettivo: da un lato, quello di aiutare quanti nel nostro Paese vivono in una condizione di estrema precarietà economica, dall'altro contrastare contemporaneamente lo spreco alimentare.
Nel dettaglio, l'agevolazione consiste nella distribuzione gratuita alle persone in condizione di povertà assoluta, anche tramite gli enti del Terzo Settore, di pacchi alimentari realizzati con i prodotti invenduti dei negozi della distribuzione alimentare, in quanto non idonei alla vendita, ad esempio a causa delle confezioni rovinate o perché prossimi alla scadenza.
Sono considerate in povertà assoluta le persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. Questo comprende l’insieme di beni e servizi che, nel contesto italiano, vengono considerati essenziali. La soglia di spesa sotto la quale si è assolutamente poveri è definita da Istat attraverso il 'paniere di povertà assoluta'.
Le risorse finanziarie a disposizione del beneficio sono pari a 1,5 milioni di euro nel 2023 e a 2 milioni annui dal 2024, a integrazione di quanto già stanziato con il Programma Nazionale "Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027".
Reddito alimentare al via nei Comuni pilota
Secondo il decreto attuativo, si prevede una sperimentazione di 3 anni presso alcuni Comuni capoluogo delle città metropolitane per raggiungere una platea di 5,6 milioni di persone.
Al periodo di sperimentazione farà seguito un avviso pubblico non competitivo, a cura della Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale, utile alla presentazione dei progetti da parte dei Comuni pilota.
Il provvedimento servirà, inoltre, a definire le caratteristiche di sviluppo della applicazione funzionale al tracciamento dei beni, necessaria a permettere agli esercizi commerciali aderenti all'iniziativa, che donano l'invenduto, l'accesso ai benefici previsti dalla legge n. 166/2016.
Non solo reddito alimentare: dalla carta acquisiti al bonus alimentare, gli altri aiuti
È importante sottolineare che il reddito alimentare si inserisce in un contesto dove la grave indigenza è già affrontata attraverso un ventaglio di strumenti per la distribuzione di beni alimentari.
Primo tra tutti il Fondo nazionale presso il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, passando poi per il Programma PO I FEAD per il periodo 2014-2020, per finire con una fetta importante del nuovo PN Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027, che prevede un obiettivo specifico dedicato a questa tematica.
A queste iniziative, inoltre, si aggiungono due ulteriori sussidi:
- La nuova Carta acquisiti da circa 400 euro al mese per l’acquisto di soli beni alimentari di prima necessità;
- il Bonus da 40 euro al mese per aiutare anziani e famiglie a pagare le spese alimentari e sanitarie e a fronteggiare il caro energia.