La Direttiva è infatti finalizzata a:
- migliorare il funzionamento del settore dei servizi,
- rimuovere le barriere burocratiche "sproporzionate ed ingiustificate" che ostacolano la creazione di nuove attività e l'accesso a servizi transfrontalieri.
L'implementazione della Direttiva ha richiesto numerosi sforzi agli Stati membri, poiché riguarda una vasta gamma di norme e regolamenti. A tal fine la Commissione ha garantito risorse significative ai Paesi che hanno incontrato maggiori difficoltà (soprattutto gli Stati con una struttura interna decentralizzata).
I 12 Paesi membri richiamati dalla Commissione sono: Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Romania, Slovenia e Gran Bretagna.
Secondo le ultime stime, l'implementazione della Direttiva agevolerà i cittadini nell'accesso ai servizi, contribuendo alla crescita del PIL europeo del 0,6-1,5%.
Qualora nei prossimi due mesi gli Stati membri richiamati non avranno provveduto ad adeguarsi alla Direttiva, la Commissione potrà rivolgersi alla Corte europea di giustizia.