UE: nuova exit strategy contro il protezionismo
La Commissione europea ha invitato i partner europei ad eliminare le misure protezionistiche, il cui impatto sulle esportazioni dell'UE è risultato essere dell'1,7%, con maggiori ripercussioni sui seguenti settori industriali: automobilistico, tessile e agricolo.
Dal Rapporto è emerso che:
- nonostante il graduale miglioramento dell'economia globale, la crescita risulta essere diseguale nei Paesi industrializzati e nei Paesi emergenti,
- solo 18 misure restrittive sono state ritirate o estinte tra novembre 2009 e aprile 2010, contrariamente agli impegni assunti dai leader del G20 durante i Summit del 2008 e 2009,
- la creazione di unioni doganali di Russia, Kazakistan e Biellorussia ha dimostrato il consolidamento degli impegni assunti dalla Russia durante la crisi,
- prosegue la tendenza ad adottare misure discriminatorie nel settore degli approvigionamenti governativi, sulla base di una "Buy National policy",
- risulta essere preoccupante la ripresa del Sud America a seguito della decisione del Mercosur di aumentare alcune tariffe.
L'analisi della Commissione è stata svolta nei territori seguenti: Algeria, Argentina, Australia, Biellorussia, Brasile, Canada, Cina, Ecuador, Egitto, Hong Kong,India, Indonesia, Giappone, Kazakistan, Malesia, Messico, Nigeria, Pakistan, Paraguay, Filippuine, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Svizzeras, Taiwan, Turchia, Ucraina, USA e Vietnam.
"Quello di cui abbiamo bisogno ora", ha affermato il Commissario europeo per il commercio, Karel De Gucht, "è un'exit strategy dal protezionismo", affinché le misure restrittive introdotte dai partner commerciali europei durante la crisi non diventino parte integrante del regime commerciale post-crisi.
6° Rapporto sulle potenziali misure commerciali restrittive