CdM: niente fondi FAS per sanare i deficit della sanita'
Il Consiglio dei Ministri di ieri, sotto la presidenza del Ministro per le infrastrutture e i trasporti Altero Matteoli, ha dibattuto la questione relativa all'utilizzo delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) per riparare i debiti delle Regioni il cui deficit sanitario risulta più proccupante. Tra gli altri provvedimenti approvati, misure relative alla tutela ambientale ed alla regolamentazione del rapporto tra lo Stato italiano e alcune confessioni religiose.
Relativamente ai fondi FAS, i ministri riuniti hanno dichiarato, alla presenza dei Presidenti delle Regioni coinvolte, Lazio, Campania, Molise e Calabria, l’impossibilità di attuare l’intesa prevista dall’articolo 2, comma 90, della legge finanziaria per il 2010, e quindi di utilizzare le risorse del Fondo per coprire i rispettivi deficit relativi al settore sanitario.
Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha precisato in proposito che tali risorse, teoricamente destinate a finanziare programmi di interesse strategico nazionale, non possono essere utilizzate "come un bancomat", quindi per sanare situazioni di diversa natura, e che le Regioni interessate "non hanno dato garanzie ai tavoli di monitoraggio, sia per quanto riguarda la certezza dei conti, sia per quanto riguarda il fatto di avere avviato di processi di riqualificazione della rete assistenziale”.
Insoddisfazione da parte dei governatori delle quattro Regioni, che a questo punto si dicono costretti all'imposizione di nuove tasse per sanare la situazione di crisi.
Per quanto riguarda la materia delle politiche ambientali sono stati approvati uno schema di decreto legislativo, su proposta del Ministro per le politiche europee Andrea Ronchi, che recepisce la direttiva europea 2008/50 in materia di qualità dell’aria e uno schema proposto invece dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, che apporta alcune modifiche al decreto legislativo n. 152 del 2006 recante norme in materia ambientale, sul quale dovranno esprimersi la Conferenza unificata e le Commissioni parlamentari.