IoThings Milan 2019 - strumenti per innovazione digitale delle aziende

IoThings Milan 2019Credito d’imposta per la formazione 4.0, Horizon 2020 e Smart and Start sono solo alcuni degli strumenti a disposizione delle imprese che vogliono investire nell’innovazione digitale, presentati durante la conferenza 'Funding for digital innovation' nell’ambito di IoThings Milan 2019.

IoThings Milan 2019 – la corsa italiana alla trasformazione digitale

La conferenza - promossa da FASI.biz, Warrant Hub e Warrant Innovation Lab – è stata l'occasione per fare il punto sulle sinergie tra gli aiuti fiscali e finanziari destinati a sostenere l'innovazione digitale.

IOTHINGS Milan 2019 - appuntamento su trasformazione digitale, 5G e IA

Bilancio UE post 2020, ecco i programmi per innovare

La trasformazione e l’innovazione digitale sono priorità di investimento trasversali a diversi programmi di finanziamento all’interno del Quadro finanziario pluriennale dell’UE 2021-2027, ha sottolineato Andrea Gallo, editore di FASI.biz.

Con il programma di finanziamento Europa digitale la Commissione europea propone di investire 9,2 miliardi di euro in diversi settori, dal calcolo ad alte prestazioni all’intelligenza artificiale, al fine di sostenere la trasformazione digitale dell'economia e della società europee.

Anche Horizon Europe, il prossimo programma europeo per la ricerca e l’innovazione, che avrà un budget di circa 100 miliardi di euro, finanzierà progetti innovativi in ambito digitale; nell’ambito del secondo pilastro ‘Sfide globali e competitività industriale’ è previsto, infatti, un polo tematico dedicato a ‘Digitale e Industria’.

Da non dimenticare il programma Connecting Europe Facility (CEF) 2021-2027, il Meccanismo per collegare l’Europa, che prevede un budget di 3 miliardi di euro per le infrastrutture digitali.

> I Fondi UE post 2020

Piano Impresa 4.0, le novità della Legge di Bilancio 2019

A livello nazionale il Piano Impresa 4.0, giunto alla sua terza edizione, riunisce una serie di strumenti a favore delle imprese che vogliono innovare, ha spiegato Marco Calabrò, dirigente presso la Direzione Generale per la politica industriale, la competitività e le PMI del MISE.

L’obiettivo del Piano è stimolare gli investimenti delle aziende italiane verso spese più produttive in ottica 4.0, non solo per innovare i macchinari, ma anche per adeguare le competenze dei dipendenti e dei manager all’attuale contesto digitale.

Il Piano riunisce una serie di strumenti, dal bonus ricerca e sviluppo al credito di imposta per la formazione 4.0, con una serie di novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019. L’iper ammortamento, ad esempio, è stato prorogato e rimodulato, mentre per il bonus ricerca sono state reintrodotte le aliquote differenziate in base alle tipologie di spese ammissibili e l'importo massimo concedibile per impresa è stato ridotto.

Anche il credito d’imposta per le spese di formazione 4.0 ha subito modifiche, con soglie e aliquote differenziate in relazione alla dimensione dell'impresa beneficiaria. La grande novità attesa per il 2019 è il voucher manager per l'innovation manager, che prevede un contributo a fondo perduto per l’acquisto di prestazioni consulenziali finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale.

Per le micro e piccole imprese il contributo è pari al 50% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 40mila euro, mentre per le medie imprese è del 30% entro il limite massimo di 25mila euro; nel caso dei contratti di rete il voucher è del 50% entro il limite massimo di 80mila euro.

Il regime di aiuto Smart and Start Italia

Oltre agli strumenti previsti dal Piano Impresa 4.0, a livello nazionale le nuove imprese che vogliono innovare possono contare sul regime di aiuto Smart&Start Italia gestito da Invitalia.

Lo strumento, con una dotazione di 109 milioni di euro, si rivolge a startup innovative costituite da non più di 60 mesi o a team di persone fisiche, ha spiegato Riccardo Placitelli, rappresentante di Invitalia. I soggetti interessati devono presentare un’idea di business che dovrà avere caratteristiche tecnologiche e innovative, oppure sviluppare prodotti, servizi o soluzioni nel mondo dell’economia digitale, o valorizzare economicamente i risultati del sistema della ricerca.

L’agevolazione consiste in un mutuo senza interessi per la copertura dei costi di investimento e di gestione legati all'avvio del progetto proposto. Per le startup con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, è previsto un contributo a fondo perduto pari al 20% del mutuo.

Per le startup costituite da meno di un anno, Smart&Start Italia mette a disposizione una serie di servizi di tutoraggio tecnico-gestionale.

Il punto di vista delle imprese

Di fronte ai diversi strumenti a sostegno dell’innovazione, dal Piano nazionale Impresa 4.0 al programma europeo Horizon 2020, le imprese italiane hanno difficoltà ad orientarsi, ha proseguito Nicoletta Amodio, dirigente ricerca e innovazione di Confindustria.

Per far dialogare il mondo delle ricerca con le imprese sono stati creati 12 Cluster Tecnologici Nazionali (CTN), che fanno riferimento alle 12 Aree di specializzazione, individuate nel Programma Nazionale di Ricerca (PNR) incrociando le Sfide della Società e le tecnologie abilitanti (KETs) presenti in Horizon 2020 con le specificità italiane, dall’agrifood alla mobilità sostenibile.

Da non dimenticare poi gli Accordi per l’innovazione, il regime di aiuto che, in collaborazione con le Regioni, finanzia progetti di ricerca e sviluppo negli ambiti di Horizon 2020.

In questo contesto, Confindustria supporta le imprese nella creazione di partenariati nazionali, con l’obiettivo di diventare successivamente protagonisti dei partenariati europei, cercando allo stesso tempo di migliorare gli strumenti a sostegno dell’innovazione.

Anche Warrant Hub aiuta le aziende che vogliono innovare programmando per tempo gli investimenti, con l’obiettivo di ottenere il massimo dai vari incentivi fiscali, ha spiegato Luca Onnis, direttore operativo di Warrant Hub.

Con riferimento al Piano nazionale Impresa 4.0, l’attenzione sempre maggiore alle PMI è corretta, ha dichiarato Onnis, ma è necessario affiancare agli incentivi anche un panel di attività che consenta alle imprese di aumentare la propria technology readiness. Inoltre, sarebbe opportuno dare maggiore continuità agli strumenti previsti dal Piano, riducendone magari l’intensità, per consentire alle aziende di pianificare al meglio i propri investimenti.

Accordi Innovazione – stop alle domande in 15 Regioni