Falsa partenza per la nuova Commissione Europea
Una situazione simile si era verificata nel caso della bocciatura di Rocco Buttiglione nel 2004, cui subentrò Antonio Tajani, seppur con un diverso portafoglio (Trasporti al posto di Giustizia e Libertà Civili).
La sostituta di Jeleva rappresenta tutt’altro che un rimpiazzo. Per evitare questo passo falso, la nuova candidata, Kristalina Georgieva, attualmente vice presidente della Banca Mondiale, avrebbe dovuto essere fin dall’inizio, per titoli ed esperienza, la prima scelta del premier bulgaro, Boyko Borissov. L’audizione di Georgieva è stata già fissata per il 3 febbraio. Contemporaneamente la Jeleva ha rinunciato anche alla poltrona di ministro degli esteri in patria, prontamente sostituita dal ministro della difesa.
Nessun cambio di portafoglio, ha confermato Barroso: alla Georgieva sarà assegnato il portafoglio previsto inzialmente per la Jeleva, vale a dire Cooperazione internazionale, aiuti umanitari e management della crisi.
I primi della classe, secondo le impressioni della stampa, sono stati due veterani della Commissione: Viviane Reding (al suo terzo mandato) e Andris Piebalgs. Per quanto riguarda gli altri commissari designati, le performance sono state tutte più o meno accettabili, tranne che per Neelie Kroes, Olli Rehn and Algirdas Šemeta. In particolare alla Kroes è stato rimproverato di non essere abbastanza preparata sui temi del nuovo portafoglio (Digitale) e di essersi dedicata oltremodo, nell’ultimo periodo, a Microsoft e Gdf Suez, le “bestie nere” del suo precedente incarico (Concorrenza). Tuttavia, nonostante le audizioni piuttosto deludenti dei tre candidati, si prevede che il nuovo esecutivo Barroso non venga respinto.
Non si può dire che Barroso dorma sonni tranquilli. Nel frattempo è emersa un’altra sgradevole polemica riguardo alla scarsa rappresentatività dei gabinetti dei commissari, che avrebbero scelto troppi connazionali tra i loro collaboratori. Inglesi, francesi e portoghesi le nazionalità predominanti. Nondimeno, a discapito delle pari opportunità, il numero dei portavoce maschi risulterebbe eccessivo rispetto a quello delle donne. Per questo motivo il presidente ha “bacchettato” i commissari con una nota interna: resta ora da capire se questi ultimi saranno disposti a fare marcia indietro.
(Alessandra Flora)