Giro di vite per il mercato dei derivati
La Comunicazione fa seguito a una consultazione inaugurata nel luglio scorso, che ha raccolto l’adesione di ben 450 partecipanti, e a un audizione pubblica che si è svolta nel mese di settembre, alla quale hanno partecipato esperti, docenti universitari e rappresentanti di aziende europee e statunitensi. Il prossimo passo previsto per il 2010 sarà una proposta legislativa in linea con l’accordo mondiale raggiunto nel corso del G20 Pittsburgh. Nei prossimi mesi l’esecutivo di Bruxelles lavorerà a stretto contatto con le singole autorità internazionali per assicurare un approccio comune a queste politiche e per valutarne l’impatto. In particolare l’Europa intende portare avanti un’intensa collaborazione con gli Stati Uniti.
Che siano forwards, futures, options o swaps, questi strumenti finanziari hanno giocato per lungo tempo un ruolo chiave nella nostra economia, ma comportano dei rischi. Rischi evidenziati dalla crisi finanziaria a partire dalla fine del 2007, in particolare dagli accadimenti che hanno coinvolto Bear Sterns, Lehman Brothers e AIG. In quel periodo tali colossi della finanza erano invischiati soprattutto nei cosiddetti mercati OTC, in cui il commercio avviene privatamente tra le parti per telefono (voice brokerage) o attraverso il mercato elettronico. Le caratteristiche dei derivati sono più flessibili e concordate direttamente dalle parti. Tutto questo fa sì che i mercati OTC siano più rischiosi in quanto caratterizzati da contrattazioni private tra numerose controparti e da una scarsità di informazioni pubbliche.
Per accrescere il livello di trasparenza, l’Ue propone la creazione di una trade repository europea per mettere a disposizione degli organi di controllo e del pubblico tutte le informazioni necessarie. L’introduzione di determinati standard, invece, ridurrà i rischi e aumenterà l’efficienza. Questo processo non è a costo zero, ma necessità di una serie di investimenti economici che dovranno essere incentivati. Un’altra fondamentale pilastro della proposta riguarda l’istituzione di una central counterparty (CCP) a livello europeo.
(Alessandra Flora)