Italia Futura alla ricerca dei giacimenti di creativita' civile
Dall'altro l'accusa di voler disarcionare il governo e di avere una "retroaspirazione" partitica. Dicerie circolate prima sulle bocche dei politici e poi su stampa e televisione, a dimostrazione che ogni qual volta una forza realmente innovativa tenta di emergere c'è sempre qualcuno pronto a soffocarla di critiche pur di ribadire lo status quo. In molti hanno provato a incasellare questa iniziativa senza riuscirci, timorosi del consenso che avrebbe potuto suscitare nella cittadinanza. Ma Italia Futura vola alto e sin dall'inizio ha deciso di imporsi per la concretezza dei risultati piuttosto che per gli slogan. Risultati emersi dal rapporto sulla mobilità sociale del paese, da cui scaturiscono nell'immediato tre interessanti proposte. Per capirne di più abbiamo intervistato Andrea Romano (nella foto), direttore di Italia Futura, docente di storia contemporanea all'Università di Roma Tor Vergata, collaboratore del Sole 24 Ore e saggista.
In base a quali criteri Italia Futura ha selezionato le prime proposte per favorire la mobilità sociale (fondo opportunità, giovani famiglie, affitti di emancipazione)?
Sono proposte che hanno dimostrato di funzionare bene all'estero in quei paesi dove sono state già adottate. Mi riferisco ad esempio al fondo per i bambini in Gran Bretagna e all'iniziativa per gli affiti in Spagna. Dopo aver realizzato un benchmarking internazionale tra i Paesi con problemi di mobilità sociale simili ai nostri, abbiamo ritenuto che possano funzionare bene anche in Italia.
Oltre al Concorso "Venture capital delle idee", che mette a disposizione 30.000 euro per la realizzazione di un progetto rivolto alla dimensione locale della vita sociale, Italia Futura sta dedicando spazio alla promozione dell'imprenditoria femminile?
Nello specifico no, ma posso affermare che sono proprio le donne ad aver presentato un gran numero di progetti. nell'ambito del concorso Venture capital delle idee. Il progetto che finanzieremo sarà a carattere no profit. Come abbiamo esplicitato nel bando di concorso, non finanziamo progetti imprenditoriali, ma piuttosto proposte che puntano a migliorare la vita della comunità. Non siamo un venture capital in senso stretto, ma un'associazione civica, pertanto non possiamo finanziare attività di tipo economico.
Lei è d'accordo con le quote rosa in politica?
Personalmente non sono d'accordo, perchè ritengo che qualunque forma di "affemative action" abbia un fondo non egualitario nel suo spirito. Ciononostante, penso che ci sia una gigantesca sperequazione in Italia nell'accesso delle donne capaci alle professioni, sia in campo politico che imprenditoriale. Il mio augurio è che queste differenze si riducano. Non è un caso che la prima iniziativa di Italia Futura sia stata affidata ad una donna giovane e brava come Irene Tinagli. Questo gesto ha un senso simbolico e politico preciso.
Cosa pensa della proliferazione dei Think Tank nel nostro paese?
Credo che non si tratti di una novità: questo tipo di associazioni ha cominciato a diffondersi sin dalla fine degli anni Novanta, in corrispondenza con la crisi dei partiti politici. Laddove un tempo il partito riassumeva in sè tutte le funzioni di progettazione, di elaborazione delle strategie e anche di back office intellettuale, ultimamente, per ragioni storiche, il partito si è asciugato nelle sue funzioni, pur essendo ancora molto presente nella vita pubblica. Quelle funzioni di riflessione sulle strategie e sugli orizzonti che un tempo venivano svolte dai partiti adesso vengono assolte da organismi esterni ai partiti, per quanto anch'essi di vocazione e di aspirazione politica e civile. Anche qui bisogna fare una distinzione: alcune fondazioni come Fare Futuro, Magna Carta o Italiani Europei un tempo si sarebbero chiamate "correnti" di partito. Accanto a queste fondazioni esiste un altro tipo di associazione - penso a Italia Futura - che non vuole essere una corrente, nè tantomeno un partito - anche perchè non sapremmo quale scegliere, ma che dimostra una forte aspirazione politica e civile.
Quali strumenti proponete per favorire la partecipazione dei giovani alla politica?
L'obiettivo di Italia Futura è quello di andare alla ricerca dei giacimenti di creatività civile diffusi nel paese. Le nostre iniziative si rivolgono alle intelligenze, non solo a quelle economiche e imprenditoriali, ma anche quelle di forte passione civile. Nel nostro caso l'aspirazione è quella di "pescarle" e di conferire loro gli strumenti per realizzare le idee.
In che modo intendete realizzare le vostre proposte?
Non abbiamo fatto un disegno di legge, quindi il nostro progetto non andrà in Parlamento. Il rapporto sulla mobilità sociale circola nel paese attraverso iniziative locali realizzate dalle associazioni di cittadini a noi vicine. Questo non soltanto per raccogliere le firme, ma anche il consenso esplicito degli amministratori locali. L'obiettivo è che emerga una pressione dal basso in grado di incidere sulla politica nazionale. Ogni singola campagna è dedicata ad un tema: abbiamo cominciato con la mobilità sociale, in seguito di occuperemo della scuola emlementare, poi di sanità pubblica.
Qual è il suo giudizio sulle chances concesse al figlio di Sarkozy e ad altri giovani dal nome importante?
Nonostante il caso imbarazzante del figlio di Sarkozy, ritengo che la situazione italiana sia molto peggiore. Al di là del fenomeno dei "figli di", in Italia l'ascensore sociale non funziona. Ciò dovrebbe preoccuparci molto più del singolo caso specifico.
Come vede Italia Futura fra un anno?
M'impegno e lavoro affinchè l'iniziativa civile di Italia Futura possa consolidarsi attraverso nuove campagne. Ma non vedo nel tempo un cambiamento nella nostra natura sociale.
(intervista di Alessandra Flora)