Palma (Dipartimento Coesione): in arrivo riforma Coesione e bando per nuovi funzionari

Palazzo Chigi - Photo credit: Foto Giovanni Dall'OrtoIntervenendo all’evento di chiusura del PON Governance 2014-2020, il capo del Dipartimento per le Politiche di Coesione e il Sud, Michele Palma, annuncia che il bando di concorso per potenziare con 2.200 assunzioni a tempo indeterminato le PA impegnate a gestire i fondi nazionali ed europei della Politica di Coesione sarà pubblicato in estate, forse già a giugno. Assunzioni che saranno un asset chiave per il successo della riforma della Politica di Coesione, prevista dal ministro Fitto come nuova milestone nel PNRR rivisto.

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Sulla base degli esiti della manifestazione di interesse lanciata nell’ambito del Programma nazionale Capacità per la Coesione (PN CapCoe) 2021-27, sarà infatti bandito un concorso per l’assunzione di un massimo di 2.200 funzionari che, da Nord a Sud e a tutti i livelli di governo, si occuperanno di migliorare la gestione dei fondi della Politica di Coesione europea e nazionale. Saranno assunzioni a tempo indeterminato, ha spiegato il capo del Dipartimento Michele Palma, che permetteranno di rafforzare la capacità amministrativa in materia di Coesione di Enti locali (con un massimo di 1.674 nuovi assunti), Regioni (con 250 assunzioni), Province (135), Città Metropolitane (70) e dello stesso Dipartimento per le Politiche di Coesione, con l’ingresso di 71 nuovi funzionari.

Il bando potrebbe essere pubblicato nel mese di giugno, o comunque entro l'estate. I funzionari, ha spiegato Palma, saranno assunti entro l’anno, saranno impegnati sulla Coesione almeno fino al 2029 e verranno retribuiti per i primi cinque anni con le risorse del PN CapCoe.

Un’iniezione di capitale umano decisiva per il successo della programmazione dei fondi europei 2021-2027, per accompagnare la nuova fase del Fondo sviluppo e coesione (FSC), ora gestito attraverso gli Accordi di Coesione, ma anche per la riforma della Politica di Coesione, prevista dal ministro Fitto nell’ambito della revisione del PNRR.

A spiegare la ratio della riforma, che da cronoprogramma dovrebbe trovare posto in un apposito decreto entro fine marzo, è stato lo stesso Palma, spiegando che il metodo, già in via sperimentazione con gli Accordi di Coesione, consiste nell’identificare nella programmazione nazionale e regionale alcuni ambiti in cui il Paese è in difficoltà, soprattutto nel Mezzogiorno - servizi pubblici essenziali per le persone e per le imprese, dai rifiuti all’acqua, dal sistema sanitario all’istruzione -,  e nell'individuare, insieme alle Regioni, dei progetti significativi che risolvano una volta per tutte alcune di queste criticità, che in certi casi sono anche oggetto di procedure di infrazione europee.

Un metodo mutuato dal PNRR che prevede una filiera chiara di programmazione e attuazione e che, ha sottolineato Palma, risulta importante anche alla luce del dibattito sulla Politica di Coesione 2028-2035, che “potrebbe essere improntata in maniera molto simile al PNRR, nel senso di mettere a terra le risorse attraverso una serie di interventi concreti e non una programmazione di massima”.

Per approfondire: Le raccomandazioni del gruppo di alto livello sul futuro della Politica di Coesione