Nuovo modello per la comunicazione dei crediti d’imposta investimenti Sud, ZES e ZLS
Da domani, 8 giugno, le imprese interessate a fruire dei crediti d’imposta investimenti nel Mezzogiorno, nelle ZES e nelle Zone logistiche speciali, dovranno usare il nuovo il modello di comunicazione predisposto dall’Agenzia delle entrate.
Le novità sulle Zone logistiche semplificate
Sulla scia di quanto già fatto in passato alla luce degli aggiornamenti della normativa, il Fisco ha infatti predisposto una nuova versione del modello di comunicazione, necessaria a seguito della proroga dei tre tax credit prevista dall’ultima legge di Bilancio.
Il nuovo modello comunicazione investimenti tax credit Sud, ZES e ZLS
Le novità sul modello varate dal Fisco si trovano nel provvedimento del 1° giugno 2023 dell’Agenzia delle entrate, pubblicato insieme alle istruzioni di compilazione.
Come già accennato, il nuovo modello di comunicazione interessa gli investimenti in beni strumentali nuovi da destinare a strutture produttive del Sud Italia, delle Zone economiche speciali (ZES) e delle Zone logistiche semplificate (ZLS).
A seguito, infatti, della Manovra 2023 che ha prorogato i tre crediti d’imposta, l’Agenzia ha “provveduto a semplificare la struttura del modello”, eliminando nella sezione II dedicata all’indicazione dell’ammontare degli investimenti e del credito d’imposta, i vari riquadri con le annualità prestampate (dal 2016 al 2022) che sono stati sostituiti con un solo riquadro riguardante gli investimenti effettuati nell’anno agevolabile.
Inoltre, “diversamente da quanto previsto finora, tale anno dovrà essere indicato nel nuovo spazio appositamente introdotto nel frontespizio. Pertanto - spiega sempre l’Agenzia nella nota ufficiale - in caso di proroghe delle agevolazioni non sarà più necessario procedere con la modifica del modello, essendo sufficiente aggiornare il software di compilazione per consentire l’indicazione nel predetto campo della nuova annualità”.
Ulteriori novità riguardano i riquadri A, B, C e D del modello. Nella versione aggiornata, infatti, “oltre al frontespizio con i dati dell’impresa e del rappresentante firmatario, la rinuncia al credito, la rettifica di una precedente comunicazione e la dichiarazione sostitutiva di atto notorio, sono presenti il quadro A con i dati relativi al progetto d’investimento e al credito d’imposta, il quadro B con i dati della struttura produttiva, il quadro C contenente l’elenco dei soggetti sottoposti alla verifica antimafia e il quadro D con l’elenco delle altre agevolazioni concesse o richieste compresi gli aiuti de minimis”.
Il nuovo modello dovrà essere usato solo per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 e solo a partire da domani, 8 giugno 2023, fino al 31 dicembre 2024 (anno successivo a quello in cui sono avvenute le acquisizioni da parte delle imprese).
Per approfondire: La Manovra 2023 e le ZES
Il vecchio modello per gli investimenti fatti entro il 2022
I soggetti che invece intendono beneficiare dei crediti d’imposta per gli acquisti effettuati dal 2016 al 2022 continueranno ad utilizzare il precedente schema di domanda.
In questo caso, però, i termini per l’invio del modello si chiudono il 31 dicembre 2023. Decorso tale termine, infatti, non sarà più possibile presentare comunicazioni relative agli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2022 e neppure procedere con l’invio di rinunce o rettifiche di precedenti comunicazioni riferite ai medesimi acquisti.
I tax credit interessati dal provvedimento del 1° giugno 2023
Come già accennato, le novità contenute nel provvedimento del 1° giugno 2023 riguardano i crediti d'imposta Sud, ZES e ZLS.
La proroga dei tax credit al 2023 prevista dall’ultima manovra interessa infatti “le imprese che acquisiscono, anche mediante contratti di locazione finanziaria, macchinari, impianti o attrezzature destinati a strutture produttive nel territorio delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle zone assistite della regione Abruzzo. Ugualmente accedono al bonus le aziende operanti nelle ZES, cioè in particolari zone individuate dalla normativa UE e ritenute “meno sviluppate” e “in transizione” che includono aree portuali, e nelle ZLS (analoghe zone delle regioni “più sviluppate”)”, spiegano dall’Agenzia.
Per approfondire: Le ultime novità sul credito d'imposta investimenti ZES
Consulta il provvedimento del 6 aprile 2022 con il relativo modello di Comunicazione e le relative Istruzioni per la compilazione
Consulta il provvedimento del 6 giugno 2022
Consulta il provvedimento del 30 giugno 2022
Consulta il provvedimento del 1 giugno 2023
Foto di Cleyder Duque da Pexels