La nuova UE ha scelto: Van Rompuy presidente e Ashton miss Pesc
La stampa internazionale si è subito dimostrata molto critica rispetto alla nomina del primo ministro belga, Herman Van Rompuy come presidente permanente del consiglio dell’Unione Europea e dell’inglese Catherine Ashton (attuale commissaria europea per il commercio) alla poltrona di alto rappresentante per la politica estera. Se il quotidiano Le Parisien titola “Un uomo discreto alla guida dell’Europa”, chiedendosi se “Van Rompuy e Ashton avranno abbastanza peso per far valere i due nuovi ruoli introdotti dal Trattato di Lisbona”, Libération scrive che "L'Europa ha voluto scegliere due personalità che non disturbano nessuno".
Più prudente, Le Figaro si domanda se il presidente sarà un semplice organizzatore in seno al consiglio europeo o piuttosto un leader alla pari con Obama e Hu Jintao.
Anche l’autorevole El Mundo dubita che questi “due sconosciuti possano rappresentare sulla scena europea ed internazionale i 27 paesi membri”. Ancora più duro El Pais: “Due figure neutre e di basso profilo”. Stesso discorso per la Frankfurter Allgemeine Zeitung “Possono queste due personalità incarnare lo slancio promesso da coloro che ci governano?”
Al di là della sconfitta di Massimo D’Alema, su cui la stampa italiana ha fatto tutte le congetture possibili, ci si chiede per quale motivo siano stati scelte delle personalità che non spiccano per carisma, né per fama, a discapito di nomi altisonanti come quello di Tony Blair. La risposta probabilmente è insita nella necessità di far partire in modo “soft” il trattato di Lisbona, che sostanzialmente va a sostituire quel testo costituzionale mai accettato dagli europei stessi.
C’è inoltre da dire che quello che stiamo vivendo è un momento difficile per i rapporti diplomatici internazionali in generale, in particolar modo con Russia e Israele, due paesi con i quali le relazioni ufficiali dell’UE sono piuttosto tesi. Un personaggio "low profile" come la laburista baronessa di Upholland potrebbe giungere più facilmente ad un compromesso politico rispetto ad un leader che vanta un passato politico alle spalle come quello di D’Alema, la cui candidatura è stata affossata proprio dai socialisti europei. “Dimostrerò di essere la persona migliore per questo posto” ha dichiarato ai microfoni della BBC un’emozionata Ashton, che presto andrà a sostituire l’attuale presidente del consiglio dell’Unione Europea, Javier Solana, ma con un portafoglio ampiamente allargato rispetto al predecessore. Al posto di Blair, compromesso con George W. Bush e con il conflitto in Iraq, meglio un Van Rompuy “discreto, scaltro e filosofo” (simile al nostro dottor Sottile) come lo ha descritto Le Soir, il primo foglio belga.
Quel che è certo è che per l’Unione Europea sta per aprirsi un capitolo completamente nuovo, una pagina bianca da riempire prima di tutto con una politica estera più chiara e condivisa, con poteri decisionali definiti e competenze rafforzate. Anche senza prime donne l’obiettivo può essere ugualmente centrato.
(Alessandra Flora)
(Alessandra Flora)