Guida alle strategie di accesso a finanziamenti europei e PNRR

Photo credit: EU flags waving in front of European Parliament building. Brussels, BelgiumLa chiave per poter ottenere i finanziamenti della comunità europea sta nella conoscenza delle strategie, delle logiche e delle politiche che supportano la crescita economica. Ecco, quindi, una mappa dei contenuti necessari per orientarsi nel panorama dei fondi europei e nel paradigma del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Guida ai nuovi programmi di finanziamento UE 2021-27

Per garantire lo sviluppo della propria organizzazione, superando gli ostacoli della crisi Covid-19, è necessario studiare per tempo i programmi finanziari europei da cui dipende l’emanazione dei bandi e delle altre misure di intervento. È questo il punto di partenza del webinar "Strategia di accesso a Fondi UE e PNRR", realizzato da Vittorio Calaprice, Analista politico - Rappresentanza in Italia della Commissione europea, e Andrea Gallo, Editor di FASI.eu.

Dai programmi del bilancio UE al PNRR, come ottenere i fondi europei

Se il 2021 si può definire come l'anno di approvazione dei programmi europei e della messa a sistema dei Piani nazionali di ripresa e resilienza, l'anno appena iniziato è quello dell’implementazione dei programmi a gestione diretta, della Politica regionale e del PNRR. Per cogliere, quindi, le diverse opportunità presenti a livello europeo, analizziamo i più importanti strumenti messi a disposizione degli Stati membri.

Il Quadro finanziario pluriennale 2021-27, cioè il bilancio UE per i prossimi sette anni, vale 1.074,3 miliardi di euro, in prezzi 2018, ed è integrato dai 750 miliardi di Next Generation EU, per un totale di 1.824,3 miliardi.

Il QFP è strutturato in sette rubriche, ovvero sette aree di interesse, con il tema della coesione economica e sociale dell'Unione che assorbe la quota maggiore di risorse, subito seguito dagli impegni per l'ambiente, in linea con i nuovi obiettivi climatici comunitari.

 QFP: 7 rubriche

Queste rubriche si traducono in due macro tipologie di programmi: quelli a gestione diretta - da Horizon Europe a Erasmus Plus, da Europa Creativa a InvestEU - per i quali l'erogazione delle risorse è effettuata dalla Commissione europea e dalle sue agenzie e direzioni generali; quelli a gestione indiretta, relativi ai fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE), che vengono assegnati da Regioni, Ministeri, o da altri enti.

A proposito di questi ultimi programmi a gestione indiretta, è importante ricordare il ruolo dell'Accordo di partenariato, ossia il documento di programmazione dei fondi strutturali europei 21-27 a livello nazionale, sottoposto dall'Italia a Bruxelles e ora oggetto di negoziato formale con la Commissione europea, prima del via libera definitivo alla nuova generazione di Programmi Operativi Regionali (POR) e ai Programmi Operativi Nazionali (PON).

Per approfondire: Fondi europei 2021-27: lavori in corso sul nuovo Accordo di partenariato

Parallelamente il Governo Draghi, sotto il controllo e il monitoraggio della Commissione europea, porta avanti il lavoro sul Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR), che definisce un pacchetto coerente di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026. 

Il Recovery plan nazionale può contare su 191,5 miliardi di euro - di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti - ed è strutturato in 6 Missioni, suddivise in 16 Componenti, che a loro volta si articolano in 43 ambiti di intervento per progetti omogenei e coerenti.

Per approfondire: Cosa prevede il Recovery Plan Italia: missioni, progetti e riforme

Quindi, una volta a conoscenza del quadro generale dei programmi e degli obiettivi che governano la strategia europea per lo sviluppo - una fase che potremmo definire come "Information" - sarà necessario seguire degli step ben precisi per avere maggiore probabilità di successo nel cogliere le opportunità di finanziamento. In sintesi:

  • Training: Prepararsi adeguando le competenze tecniche e professionali in coerenza ai settori economici e alle strategie perseguite (come ad esempio ricerca, sicurezza, tutela ambientale, etc...). Predisporre l'organizzazione dell'impresa, dell'ente o dell'associazione in un'ottica di medio/lungo termine, avvalendosi di esperti che abbiano già usufruito di finanziamenti o si siano aggiudicati gare d'appalto;
  • Innovation: Redigere progetti originali e innovativi, aderenti alle esigenze dei mercati e della società civile e agli obiettivi dei programmi europei;
  • Communication: Progettare azioni in grado di supportare il networking e le attività di advocacy;
  • Networking: Sviluppare relazioni anche internazionali con istituzioni, enti ed organizzazioni, finalizzate alla creazione di partenariati stabili e caratterizzati da una forte condivisione degli interessi;
  • Advocacy: Influenzare la politica e i decisori, da un lato per implementare nei programmi e nei bandi gli interventi favorevoli al proprio settore di riferimento, dall'altro per accrescere la reputazione della propria organizzazione e ottenere maggior consenso nella fase di valutazione dei progetti.

Come partecipare ai bandi europei in 8 domande e risposte

In quali tempi si arriverà all'approvazione dell’Accordo di partenariato? Sono quasi 18 mesi che si va avanti con un confronto molto lasco sul tema e da inizio 2022 non se ne intravede la fine, di conseguenza grandi ritardi si ripercuotono sulla definizione dei Programmi Operativi Regionali (POR).

Con l’ultima proposta, pubblicata lo scorso 16 dicembre scorso, si è aperto il negoziato: attualmente la Commissione sta valutando questa proposta. Quest’anno ci saranno avanzamenti e l'approvazione definitiva e quindi da qui deriveranno a cascata la definizione dei Programmi Operativi Nazionali (PON) e Regionali (POR).

​In Italia sono già stati definiti i POR e in quali Regioni? Quando si prevede l'approvazione dei PON?

Ci sono una serie di documenti in bozza attualmente in lavorazione sia da parte delle Regioni sia dai Ministeri. Tuttavia, fino a quando non sarà approvato in maniera definitiva l’Accordo di partenariato i POR e i PON non potranno essere inviati a Bruxelles per avere il via libera ufficiale.

Quali sono le tempistiche sulla pubblicazione di bandi relativi ai fondi indiretti? Non prima del secondo semestre 2022, giusto?

La risposta è strettamente legata all'approvazione dei POR/PON e quindi all'Accordo di partenariato. Tuttavia, come è successo nella scorsa programmazione, ci sono alcune Regioni che hanno anticipato lo stanziamento delle risorse per specifiche misure, pubblicando i bandi relativi alle stesse.

Quali sono i canali di informazione e le tempistiche previste per il lancio di bandi? Sul fronte PNRR, potreste fare un focus a proposito delle opportunità relative al turismo e all'istruzione?

Tra i più importanti canali nazionali ricordiamo Italia Domani, ma è possibile trovare tutti i bandi e le gare PNRR anche sul sito FASI.eu. A proposito del settore istruzione sono aperti fino a febbraio quattro avvisi pubblici, mentre per il turismo le imprese del settore possono contare su due Fondi che lavorano insieme per favorire l’uscita del settore dalla crisi Covid, erogando contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati con cui intervenire su immobili e strutture e migliorare la digitalizzazione delle aziende.

Abbiamo visto che il Recovery and Resiliance Facility (RRF) prevede 385,8 miliardi di prestiti, oltre alle sovvenzioni. Parte di queste risorse verranno messe a disposizione, ad esempio, degli enti locali per finanziare progetti da mettere a terra sul territorio, immagino anche attraverso inviti a partecipare a bandi. Si tratta quindi di risorse che gli enti locali devono restituire in quanto prestiti dello Stato che li ha avuti in prestito dalla RRF?

Non sarà direttamente l'ente a doversi fare carico della restituzione dei finanziamenti. Tecnicamente è lo Stato che dovrà negli anni contribuire a rimborsare, attraverso una procedura specifica, la Commissione UE, che si è impegnata emettendo delle obbligazioni sul mercato. 

C'è il reale rischio che i piccoli enti ultraperiferici con poche capacità di risorse umane vengano penalizzati ulteriormente dalle misure del PNRR e che quindi questo strumento, paradossalmente, aggravi ancor di più la marginalità degli enti stessi? In tal caso, quali potrebbero essere le possibili soluzioni?

Non è facile fare pronostici a proposito dell'andamento di determinate misure su specifici enti. Quello che è noto è che ultimamente, nell'ambito del PNRR, è stato varato un programma per la capacity building degli enti locali anche di piccole dimensioni. Ricordiamo, inoltre, l'importanza di una corretta progettazione, soprattutto in virtù del fatto che l'attuazione del PNRR è demandata in via principale ai Ministeri che indirizzano le risorse ai Comuni sulla base di appositi bandi.

Esempio pratico: Un comune di 50mila abitanti che è stato ammesso a diversi finanziamenti, per poter realizzare i progetti finanziati ha bisogno di un tecnico. Il costo dell'assunzione di questa figura è a carico del PNRR? E qual è lo strumento con il quale il comune può avvalersi di questo tecnico?

Se il progetto prevede una componente tecnica piuttosto rilevante che deve essere svolta da figura professionale ad hoc, molto probabilmente quella figura puà essere spesata sulle risorse che arrivano dal PNRR. Ma va valutato caso per caso, analizzando il bando specifico e la documentazione che viene inviata dai Ministeri ai Comuni per partecipare alla ripartizione dei fondi.

Che possibilità ci sono per i confidi?

A livello di strumenti finanziari, nell’ambito della nuova programmazione c’è InvestEU. In genere non vi accede il piccolo confidi, ma a livello di sistema, serve quindi mettersi insieme ad altri partner per attivare lo strumento. Mentre a proposito di fondi indiretti, a livello nazionale si ricorda il Fondo di garanzia, nel quale confluiranno probabilmente nuove risorse, ci sono poi le Regioni che possono attivare degli strumenti finanziari specifici.

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