Garanzia Giovani: Catalfo, il freno Covid-19 e la ripartenza col Recovery Plan
Nonostante i progressi fatti dalla sua nascita ad oggi, il programma Garanzia Giovani rischia di essere compromesso dalla pandemia di Covid-19. In questo contesto, si inseriscono gli sforzi delle istituzioni europee e quelli dell'Italia, rispettivamente con due atti rivolti all'occupazione giovanile e le proposte del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nel quadro del Recovery Plan.
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"Se consideriamo i dati dello sviluppo del programma Garanzia Giovani in Italia, osserviamo che nei mesi di marzo e aprile 2020 si è verificata una perdita congiunturale di oltre 18mila registrazioni. Le ricadute dell’emergenza epidemiologica emergono anche nell’andamento delle misure avviate, che nel mese di aprile 2020 presentano un gap del 95% rispetto al valore atteso". Così la ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, in audizione informale presso la Camera accende i riflettori sull'ennesimo effetto negativo della pandemia.
Per contrastare questo difficile paradigma, delineatosi a causa dell'emergenza Covid-19, e sotenere l'occupazione giovanile la Commissione il 1° luglio 2020 ha presentato due atti: la comunicazione "Sostegno all'occupazione giovanile: un ponte verso il lavoro per la prossima generazione" e la proposta di raccomandazione relativa alla Garanzia per i giovani.
Il primo, in particolare, ridefinisce la disciplina del programma Garanzia Giovani, ampliando la platea dei beneficiari e sposando un approccio più inclusivo nei confronti dei gruppi di giovani più vulnerabili. Il secondo, invece, intende dare nuovo impulso all’apprendistato e individuare ulteriori misure volte a favorire l’inserimento nel mercato del lavoro da parte delle nuove generazioni.
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Garanzia Giovani e le proposte nel Recovery Plan nazionale
Anche se l’Italia risulta già in parte allineata rispetto alle esigenze evidenziate dagli atti delle istituzioni UE, secondo la ministra Catalfo questo è il momento migliore per puntare sul rafforzamento e l'ampliamento degli interventi di formazione, dello strumento apprendistato e dell'inserimento occupazionale dei giovani; sul monitoraggio dei tirocini, al fine di intervenire sulla qualità degli stessi.
L’introduzione di una serie di misure volte ad incentivare l’occupazione dei giovani risulta ancora più urgente in questo momento storico perché, come ricorda la ministra Catalfo: "i giovani sono principalmente impiegati mediante forme di occupazione atipico, sprovvisti il più delle volte di adeguato sistema di protezione sociale. Non si può trascurare, infine, che quote elevate di lavoratori giovani sono occupati in settori maggiormente danneggiati da pandemia, nei quali non si può svolgere attività da remoto, come turismo, ristorazione, arte, intrattenimento e commercio".
Inoltre, secondo i dati delle comunicazioni obbligatorie, relativi ai contratti attivati e cessati nel comparto privato non agricolo e aggiornati al 31 agosto 2020, si rileva che l’emergenza sanitaria ha colpito marcatamente in maniera eterogenea i diversi gruppi anagrafici. Oltre la metà del calo dei posti di lavoro creati riguarda lavoratori tra 15-34 anni (¼ dei lavoratori dipendenti nel settore privato).
In considerazione di questo contesto, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha presentato delle proposte nell’ambito del Recovery Plan, il documento di programmazione delle risorse europee del Recovery fund. Tra queste:
- il rilancio politiche attive a sostegno delle transizioni occupazionali, per sostenere azioni integrate mirate allo sviluppo di specifiche abilità, indirizzando i giovani nei settori 'green' e digitale, e riducendo lo skill dismatch;
- il piano nazionale per le nuove competenze, per avvicinare la media nazionale alla media UE relativa al numero di lavoratori occupati e disoccupati coinvolti in corsi di formazione. Il piano è stato anticipato dal Fondo nuovo competenze, introdotto dal dl Rilancio e rafforzato nel dl Agosto,
- il potenziamento centri dell’impiego, già oggetto di rafforzamento con il decreto 4/2019 che incrementa la dotazione strutturale e il numero di nuove assunzioni di operatori. Sono stati stanziati 100 milioni di euro per implementare la formazione del personale e migliorare la comunicazione all’esterno delle attività dei centri per l'impiego.
A che punto siamo con il programma Garanzia Giovani?
Ai due atti emanati dalla Commissione UE si aggiunge la recente risoluzione, dello scorso 8 ottobre 2020, in cui viene definito il programma Garanzia Giovani come "un fondamentale veicolo di impiego per i giovani".
Questa misura, dopo sette anni dal suo avvio, si è dimostrata realmente efficace favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro di oltre 24 milioni di giovani in UE.
Anche in Italia ci sono risultati apprezzabili. In particolare, alla data del 26 settembre 2020, risultano oltre 1,6 milioni i giovani coinvolti nel programma dal 1° maggio 2014, quasi 1,3 milioni presi in carico dai servizi competenti e oltre 730mila hanno partecipato ad una o più misure di politica attiva.
Fra i giovani presi in carico il 55,7% ha un’età compresa tra i 19-24, il 58,1% di questi è in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore, con un leggero squilibrio a favore popolazione maschile. Inoltre, il 40,1% dei presi in carico presenta un indice di profiling alto, ovvero una maggiore difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro.
Con riferimento ai servizi competenti che forniscono le misure del programma Garanzia Giovani, l’indice di presa in carico è pari a 79,7%, con una netta prevalenza dei centri per impiego (75,8) rispetto alle agenzie per il lavoro (24,2%). In totale, sono state offerte ai giovani più di 920mila interventi di politica attiva, di cui 518.679 tirocini svolti presso imprese, 207.569 gli incentivi erogati alle imprese per assunzione dei giovani e 145.609 corsi di formazione svolti.
I giovani che, alla data del 30 giugno 2020, hanno avviato e concluso uno o più attività sono 694mila e il loro tasso di occupazione è pari al 58,1%. L’85,2% dei giovani che hanno concluso l’intervento hanno avuto almeno un'occasione di lavoro durante e dopo la conclusione del percorso di Garanzia Giovani.
Per quanto le tipologie contrattuali utilizzate: il 78,6% prevede un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o apprendistato, il 18,1% rapporto a tempo determinato e il restante 3,3% altre tipologie di rapporto di lavoro.