Rome Investment Forum - serve un bilancio Ue da dieci punti di Pil
Creare un bilancio europeo che valga dieci punti del Pil dell’Ue.
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E’ l’invito arrivato dal direttore dell’Osservatorio su conti pubblici della Cattolica di Milano, Carlo Cottarelli nel corso della giornata conclusiva del Rome investment forum organizzata da Febaf a Roma: si è parlato di riforme, investimenti, gestione del rischio e dell’apporto della finanza a una crescita sostenibile. Analizzando soprattutto quale potrà essere il ruolo dell’Unione europea come player globale in questa difficile fase, caratterizzata da un ritorno ai protezionismi e da grandi frizioni tra i paesi.
La riforma fiscale Usa
Proprio a uno di questi contrasti ha fatto riferimento Cottarelli: la recente polemica sulla riforma fiscale degli Stati Uniti, contestatissima dai paesi Ue perché considerata addirittura in contrasto con i principi del Wto. “Quello che stiamo vedendo nel campo della tassazione – ha detto – mi preoccupa molto, ma non è il solo elemento di squilibrio”. Ce ne sono molti altri, come il ritorno a politiche protezionistiche e l’accumulo di grande liquidità da parte di diversi paesi asiatici, Cina in testa.
Il bilancio Ue
“La grande domanda – ha detto Cottarelli - è come possiamo evitare che queste tensioni creino problemi ulteriori”. In questo senso, un apporto decisivo potrebbe arrivare dall’Unione europea e “dalla creazione di un bilancio più forte dell’Ue. Penso che l’Unione europea possa funzionare meglio solo se sarà creato un bilancio che valga almeno tra i 7 e i 10 punti del prodotto interno lordo dell’Ue”.
I problemi della Germania
Questa fase di incertezza sta colpendo anche un paese come la Germania, come ha sottolineato Lutz Raettig, chairman del comitato esecutivo di Frankfurt Main Finance, parlando della situazione politica del suo paese. “Siamo stati i malati d’Europa e adesso siamo i più ricchi, ora ci viene chiesto giustamente di contribuire di più”.
L'incognita della Brexit
Anche la Germania, però, sta vivendo problemi da tenere sotto controllo. “Il settore finanziario ha ancora dei problemi, la profittabilità è ancora bassa”. E poi c’è la Brexit: “La Germania è una dei big losers della Brexit. E’ un’area nella quale nel prossimo futuro dovremo prestare molta attenzione per limitare gli impatti”.
L'apporto della Banca mondiale
Tindaro Paganini, consulente della Banca mondiale, ha invece parlato dell’apporto che, in questa fase, può arrivare dalle grandi istituzioni internazionali. Spiegando che “la Banca mondiale punta ad accelerare la crescita inclusiva e sostenibile e ad aumentare la resilienza agli shock, investendo sul capitale umano”.
Scarso accesso alle risorse
Esiste, però, un problema di accesso alle risorse: “Ci sono bandi di gara e finanziamenti diretti ai quali la Banca mondiale può dare accesso alle imprese, anche se questo viene spesso sottovalutato”. Negli ultimi sei anni la Banca mondiale ha assegnato oltre 18 miliardi di dollari ad aziende cinesi e appena 4 miliardi alle aziende italiane. “C’è un ammontare importantissimo di fondi disponibile, il nostro paese potrebbe fare molto di più. Bisogna concentrarsi meglio su come utilizzare i finanziamenti della Banca mondiale”.
Rome Investment Forum - più riforme in Ue
Il progetto Ithaca
Nella seconda parte della mattinata si è, poi, parlato di gestione delle emergenze. Il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo ha parlato di Ithaca, società fondata nel 2006 dal Politecnico di Torino con l’assistenza finanziaria proprio della Compagnia di San Paolo, che ha costruito nel tempo una grande competenza nell’acquisizione, gestione, ed elaborazione di dati geografici e cartografici per la risposta alle emergenze. Anche allo scopo di cooperare con il World food programme.
La gestione dei rischi
Il modo in cui il rischio va gestito è stato analizzato da Angelo Borrelli, capo del Dipartimento di Protezione civile, che ha sottolineato come “il ristoro dei danni nel nostro paese ha avuto vicende alterne. Le modalità con le quali questo processo deve avvenire sono state cambiate diverse volte nel corso degli anni”.
I numeri della Protezione civile
Parlando di numeri: “Le somme stanziate per ordinanze di Protezione civile sono circa 800 milioni di euro all’anno. Per mutui, invece, il valore medio è di circa 2,7 miliardi all’anno. La spesa totale, invece, supera in 36 anni i 130 miliardi di euro”.
Focarelli (Ania): servono forme di assicurazione diffusa
Per Dario Focarelli, direttore generale di Ania, la soluzione passa necessariamente da forme di assicurazione diffusa delle abitazioni contro le emergenze. Al momento, “solo il 2% delle case, pari a 650mila unità, sono assicurate contro catastrofi naturali, si tratta di una cifra bassissima”. Il costo di un’ipotetica assicurazione sarebbe pari a 100 euro per un’abitazione i 90 metri quadri.
Tassazione troppo elevata
Oltretutto, “a queste persone si chiede ancora il 22% di tasse sul premio di assicurazione. Invece di dare un sostegno pubblico, queste persone vengono penalizzate. Per fortuna la legge di Bilancio sta eliminando questo problema, mettendo a posto una cosa che mi sembrava completamente illogica”.