Clima – COP22, un bilancio delle risorse stanziate

Non solo i 100 miliardi di dollari per i Paesi in via di sviluppo. Alla COP22, 9 Paesi, tra cui l'Italia annunciano fondi per le tecnologie green.

COP22 - Photo credit: Asian Development Bank via Foter.com / CC BY-NC-ND

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Il timore che il presidente eletto Donald Trump – che ha definito il riscaldamento globale una “bufala” - possa ritirare gli Stati Uniti dall'accordo sul clima di Parigi ha accompagnato l'intero corso della COP22, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si chiude oggi a Marrakech. E ha spinto 200 Paesi a dichiarare l'accordo per tenere sotto i due gradi centigradi l'incremento della temperatura media mondiale "un dovere urgente".

"Chiediamo il più alto impegno politico per combattere contro il cambiamento climatico, come questione di urgente priorità", si legge nella dichiarazione di Marrakesh.

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"Gli obiettivi fissati dalla COP21 di Parigi sono il frutto del miglior accordo possibile, dunque realistici e quindi ambiziosi", afferma il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. "A Marrakech registro la spinta ad andare avanti, in primis dalla Cina. E dobbiamo essere soddisfatti che Cina, India e Brasile credano fino in fondo nell'accordo di Parigi".

"Nel mondo globalizzato dobbiamo avere consapevolezza che per crescere c'è bisogno di politiche ambientali", prosegue Galletti, che annuncia anche la candidatura dell'Italia "ad ospitare la COP nel 2020".

Le risorse stanziate

Dichiarazioni a parte, il bilancio della COP22 si esprime anche attraverso gli stanziamenti in favore dei Paesi in via di sviluppo.

Il 16 novembre, Italia, Canada, Danimarca, Ue, Germania, Giappone, Corea, Svizzera e USA hanno annunciato lo stanziamento di 23 milioni di dollari per progetti tecnologici in grado di aiutare questi Paesi a centrare gli obiettivi fissati a Parigi.

Risorse che non finiranno direttamente nelle casse dei destinatari, ma andranno al CTCN, Climate Technology Centre and Network, la struttura tecnica delle Nazioni unite che realizza progetti sul clima, nell’ambito dell’accordo di Parigi: quando i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di raggiungere obiettivi ambientali, il CTCN interviene con i suoi oltre 230 centri tecnologici affiliati, 11 istituzioni partner e una rete di oltre 200 ONG. "Identifichiamo i bisogni tecnologici e poi seguiamo lo sviluppo del progetto fino a trovare i fondi per realizzarlo. Questo stanziamento aumenta le nostre possibilita’ di intervento", spiega Thomas Spenser del CTCN.

Sempre in occasione della COP22, i Paesi donatori hanno diffuso una dichiarazione comune sulla roadmap che illustra come raggiungere l'obiettivo dei 100 miliardi di dollari in favore dei Paesi in via di sviluppo stabilito dall'accordo di Parigi.

Per facilitarne l’attuazione al livello globale, infatti, la COP21 richiede ai Paesi sviluppati di fornire le risorse finanziarie per assistere i Paesi in via di sviluppo nei loro sforzi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. In particolare, l’accordo sollecita i Paesi avanzati a stabilire una roadmap concreta per raggiungere l'obiettivo di fornire, nell’insieme, 100 miliardi di dollari al 2020.

Per mettere a punto la roadmap, in considerazione della difficoltà di conoscere tutti i fattori che influenzeranno la finanza per il clima, un gruppo di 38 paesi (tra cui l’Italia) e la Commissione europea hanno chiesto all’Ocse di analizzare il trend degli impegni finanziari degli ultimi anni e quelli aggiuntivi annunciati a Parigi, per ipotizzare il livello prevedibile al 2020.

Secondo lo studio dell’Ocse, osservando che dal biennio 2013-2014 al 2015 si è verificato un incremento di 26 miliardi di dollari raggiungendo un totale di 67 miliardi di dollari, si può ipotizzare che, considerando la molteplicità di soggetti e le azioni bilaterali e multilaterali, nel 2020 sarà possibile raggiungere l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari. La roadmap stabilisce un’ampia serie di azioni che i paesi sviluppati si impegnano ad attuare nei prossimi anni:

  • rispettare gli impegni assunti e incrementare in modo significativo il contributo finanziario destinato all’adattamento ai cambiamenti climatici sulla base delle priorità espresse dai Paesi in via di sviluppo;
  • assistere i Paesi in via di sviluppo nel mettere a punto e attuare piani ambiziosi di adattamento e mitigazione, che sono fondamentali per attrarre investimenti;
  • lavorare per superare gli ostacoli nell’accesso alla finanza per il clima e rafforzare la capacity building e le politiche ambientali dei Paesi in via di sviluppo;
  • utilizzare la finanza pubblica per mobilitare efficacemente quella privata, il cui ruolo è decisivo, non tanto per raggiungere l’obiettivo dei 100 miliardi, ma per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi;
  • collaborare con il Green Climate Fund e la Global Environment Facility per massimizzare l’uso delle risorse finanziarie;
  • mettere sempre al centro del decision making la sfida dei cambiamenti climatici, in modo da coordinarsi con le azioni promosse per conseguire i 17 Obiettivi globali dello sviluppo sostenibile;
  • migliorare la tracciabilità della finanza per il clima.

Photo credit: Asian Development Bank via Foter.com / CC BY-NC-ND