Ambiente – i numeri della finanza climatica

Mentre l'ONU lancia l'allarme per il record di anidride carbonica nell'atmosfera, la finanza climatica centra i primi risultati.

Clima - Photo credit: NASA Goddard Photo and Video via Foter.com / CC BY

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A qualche settimana dall'avvio della conferenza ONU sul clima (COP22) - che si terrà a Marrakech dal 7 al 18 novembre - l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) lancia l'allarme: nel 2015 la Co2 nell'atmosfera ha raggiunto livelli record. Anche a causa di fenomeni climatici come El Nino e dopo la tendenza al rialzo, sottolinea Wmo, le concentrazioni di anidride carbonica resteranno al di sopra dei 400 parti per milione  per tutto il 2016, “e non scenderanno al di sotto di tale soglia per molte geneazioni a venire”.

Per avere un'idea della gravità della situazione, basta dare un'occhiata ai numeri: prima della rivoluzione industriale nell’atmosfera in media c’erano solo 278 ppm (parti per milione) di anidride carbonica e, secondo gli scienziati, si sarebbe riusciti ad evitare un serio riscaldamento climatico solo restando sotto quota 350 ppm.

Se il contesto è allarmante, qualche notizia positiva sembra arrivare dalla finanza climatica, che centra i primi risultati concreti. Dal un lato, il Green Climate Fund - il fondo internazionale istituito nel 2010 per progetti di green economy - stanzia 745 milioni di dollari; dall'altro, Bruxelles fa il punto sui contributi messi a disposizione dei Paesi in via di sviluppo per far fronte ai cambiamenti climatici, pari a 17,6 miliardi di euro.

Green Climate Fund: 745 milioni di dollari per 10 progetti

Aiutare 27 Paesi a ridurre le emissioni e a far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici. Questo l'obiettivo dei 10 progetti approvati dal Green Climate Fund, per uno stanziamento complessivo di 745 milioni di dollari. Fra questi, lo sviluppo della geotermia nelle nazioni caraibiche, il controllo dei rischi legati allo scioglimento dei ghiacci in Pakistan e i nuovi impianti rinnovabili nell’Africa subsahariana.

Il Green Climate Fund è stato creato alla Conferenza internazionale sul clima COP16 di Cancun nel 2010, con una dotazione iniziale di 10 miliardi di dollari, che dovrebbero salire a 100 nel 2020. Obiettivo che appare tuttavia utopistico alla luce del ritardo accumulato: i primi progetti sono stati approvati solo l'anno scorso, poco prima della COP21 di Parigi, a 5 anni dalla sua creazione.

Bruxelles: 17,6 miliardi per i Paesi in via sviluppo

La Commissione europea fa il punto sui contributi stanziati per aiutare i Paesi in via di sviluppo a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e a far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici nel 2015.

In base alle cifre fornite da Bruxelles, i contributi di Unione europea, Banca europea per gli investimenti e Stati membri sarebbero pari a 17,6 miliardi di euro, 3,1 miliardi in più rispetto al 2014.

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Incremento che dimostra “la determinazione dell'Ue ad aumentare il proprio contributo ai finanziamenti internazionali per il clima”, si legge in una nota. L'obiettivo, infatti, è “mobilitare da parte dei Paesi industrializzati 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020”, passo essenziale per l'attuazione dell'accordo internazionale sul clima raggiunto a Parigi a dicembre dello scorso anno e recentemente ratificato dall'Unione europea.  

Photo credit: NASA Goddard Photo and Video via Foter.com / CC BY