Energia – Commissione Ue, novita' per accordi intergovernativi
Gli Stati membri approvano la proposta Ue sugli accordi intergovernativi nell'ambito dell'Unione dell'energia.
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Il Consiglio conferma l'accordo con il Parlamento europeo sulla proposta della Commissione in materia di accordi intergovernativi nel settore energetico. La proposta, fra i pilastri dell'Unione dell'energia, si inquadra nell'ambito della strategia Ue per la sicurezza degli approvvigionamenti, la riduzione delle emissioni e la competitività delle imprese.
La strategia, articolata in quattro punti, ha l'obiettivo è dotare l'Ue degli strumenti necessari per affrontare la transizione energetica globale e fronteggiare possibili crisi energetiche.
Decisione sugli accordi intergovernativi nel settore energetico
L'obiettivo è fare in modo che gli accordi intergovernativi, firmati dagli Stati membri con Paesi terzi e aventi un impatto sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas, siano più trasparenti e pienamente conformi al diritto dell'Unione.
A tal fine viene introdotto un controllo di compatibilità ex ante che deve essere effettuato dalla Commissione per verificare la conformità alla normativa sulla concorrenza e alla legislazione sul mercato interno dell'energia prima che gli accordi siano negoziati, firmati e sigillati. Gli Stati membri dovranno tenere pienamente conto dell'opinione della Commissione prima di firmare gli accordi.
Il problema
Facciamo un passo indietro, torniamo allo scorso anno, quando la Commissione ha effettuato una valutazione dell'efficacia della decisione n. 994/2012/UE che istituisce un meccanismo per lo scambio di informazioni riguardo ad accordi intergovernativi fra Stati membri e Paesi terzi nel settore dell’energia ed è giunta ad una conclusione: l'attuale sistema è sì utile per ricevere informazioni sugli accordi esistenti e per identificare gli elementi non conformi al diritto comunitario, ma si rivela insufficiente quando si tratta di affrontare i casi di non conformità.
La norma attuale impone agli Stati membri di notificare alla Commissione gli accordi energetici con i Paesi extra Ue solo dopo che essi sono stati conclusi. Ma a quel punto negoziarne i termini (in caso di non conformità con le regole Ue) risulta molto complesso. E non si tratta di casi isolati: secondo le valutazioni fornite da Bruxelles, infatti, circa un terzo degli accordi riguardanti infrastrutture energetiche o di fornitura di energia non sono compatibili con il diritto comunitario, e finora nessun accordo è stato rinegoziato con successo.
Lo spettro Nord Stream 2
Nella nuova decisione non se ne parla apertamente, ma è chiaro che la Commissione europea vuole evitare il ripetersi di situazioni come quella posta da Nord Stream 2, progetto che prevede la realizzazione di due rami di gasdotti con una capacità totale di 55 miliardi di metri cubi che ogni anno dalla Russia porteranno gas metano in Germania, attraverso il Mar Baltico.
Con Nord Stream 2 il colosso russo Gazprom conquisterà il pieno controllo di una parte importante del sistema di distribuzione e stoccaggio del gas nell’Europa centrale, entrerà in possesso di quote di giacimenti nel Mare del Nord e potrà bypassare o tagliare fuori non solo l'Ucraina, ma diversi paesi dell'Europa centro-orientale.
Fortemente criticato dai paesi dell'Europa centro-orientale e dal Parlamento europeo, sul progetto vigila la Commissione europea, che intende verificare che esso rispetti le norme Ue.
Cosa cambia con la nuova decisione Ue
Passa da ex post ad ex ante la supervisione della Commissione Ue sugli accordi intergovernativi per la costruzione di gasdotti, con Bruxelles che avrà 12 settimane di tempo per dare la sua opinione finale sulla loro compatibilità con la legislazione europea. E, se sarà il caso, bloccarli.
Bruxelles si arroga inoltre la prerogativa di farsi notificare tutti i contratti commerciali nel caso in cui questi siano di durata superiore a un anno e riguardino quote di mercato con una soglia di allerta del 40%, in quanto diventano "rilevanti per la sicurezza delle forniture" (è il caso di molti Paesi dell'Est e Baltici con Gazprom).
Avanti con Corridoio Sud
Nel frattempo, procede la realizzazione del Corridoio Sud, costituito dai progetti che dal Caspio porteranno in Europa le forniture di gas, riducendo così la dipendenza dalla Russia. E partono fra le polemiche i lavori del Trans Atlantic Pipeline (TAP), il gasdotto che porterà gas azero in Europa attraverso la Grecia settentrionale, l’Albania e l’Adriatico, per approdare in Salento.
Il TAP avrà una capacità iniziale di trasporto di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, equivalenti al consumo energetico di circa 7 milioni di famiglie in Europa. In futuro, con l’aggiunta di nuove stazioni di compressione, la quantità trasportata potrà essere duplicata fino a 20 miliardi di metri cubi, a fronte di ulteriori forniture disponibili nella più vasta area caspica. Con una lunghezza complessiva di circa 870 chilometri, il il TAP raggiungerà la massima altitudine di 1800 metri tra i rilievi albanesi e la massima profondità di 820 metri sotto il Mare Adriatico, per poi approdare nel comune di Melendugno, in prossimità di San Foca.
> Accordo sulla proposta Ue sugli accordi intergovernativi nel settore energetico