Fondi europei: strumenti finanziari per allungare la vita dei PNRR oltre il 2026
Mentre Bruxelles pubblica gli orientamenti aggiornati sul Recovery and Resilience Facility, emerge che oltre 100 miliardi dei 672,5 miliardi del Dispositivo di ripresa e resilienza assegnati agli Stati membri sono stati destinati a strumenti finanziari. Strumenti raccomandati da Bruxelles per massimizzare l'impatto dei fondi europei che, però, nel dibattito sull’opportunità o meno di prorogare la scadenza dei PNRR, potrebbero diventare un game-changer piuttosto importante, permettendo di fatto di aggirare la deadline del 2026 per l'impiego delle risorse. Il Paese che più vi ha fatto ricorso è la Spagna. Meno attiva l’Italia, nonostante il nostro sia il PNRR più grande, modificato meno di un anno fa.
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A permettere tale strategia sarebbe lo stesso Regolamento del Dispositivo per la Ripresa e resilienza, che permette di utilizzare le risorse del Recovery and Resilience Facility per finanziare diversi regimi pubblici a sostegno degli investimenti privati, tra cui quelli in forma di strumenti finanziari. A confermare il collegamento tra ricorso agli strumenti finanziari e allungamento del periodo di effettivo utilizzo dei fondi PNRR è stato un portavoce della Commissione europea, che all’ANSA ha dichiarato: "Gli strumenti finanziari possono continuare a funzionare oltre la durata del Dispositivo: l'investimento del PNRR in questo caso è la costituzione dello strumento finanziario stesso".
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Strumenti finanziari con risorse PNRR: prima la Spagna, poco attiva l’Italia
L’impatto positivo di tale strategia è del tutto evidente. Gli strumenti finanziari sono utili ad aumentare l'impatto delle risorse pubbliche grazie all'effetto leva e alla rotatività e, soprattutto per Paesi che hanno Piani nazionali di ripresa e resilienza molti grandi, e pertanto rischiano di andare in affanno per garantire la loro attuazione dentro alla scadenze previste, il beneficio dato dal loro utilizzo è duplice.
Non sorprende, quindi, che tra i Paesi che più hanno fatto ricorso a tale impostazione figuri la Spagna, che ha il secondo PNRR per grandezza dopo il nostro. Dei 163 miliardi di euro del proprio Piano, infatti, Madrid ne ha allocati ben 76 in strumenti finanziari. Come per molti degli altri Paesi che hanno operato tale scelta, anche nel caso della Spagna l’inserimento di tali strumenti finanziari all’interno del PNRR sarebbe arrivato soprattutto con la modifica del 2023 al Piano.
L'Italia ha scelto, invece, una diversa strada, nonostante quello italiano sia il PNRR più grande d’Europa, cresciuto ulteriormente dopo la revisione operata l’anno scorso. Dei 194,4 miliardi complessivi del PNRR italiano, infatti, solo 11,8 sono allocati su strumenti finanziari. Tra questi figura ad esempio il Fondo dei fondi “Ripresa e resilienza Italia”, da oltre 770 milioni di euro, creato attraverso un accordo MEF-BEI per sostenere due interventi: da un lato gli investimenti delle imprese turistiche (500 milioni di euro); dall'altro i partenariati pubblico-privati (272 milioni) da realizzarsi nell’ambito dei Piani urbani integrati (PUI) delle Città metropolitane.
Nel modificare il PNRR, sembrerebbe quindi che Roma abbia puntato su una strategia differente rispetto a quella spagnola. All'allocazione di maggiori risorse sugli strumenti finanziari, che avrebbe permesso di allungare di fatto il PNRR, il governo italiano sembra aver preferito accelerare la velocità di spesa, impiegando maggiori risorse in crediti d’imposta che, con i loro automatismi, permettono un rapido assorbimento dei fondi.
Il PNRR e gli strumenti finanziari che permettono di spendere anche dopo il 2026
A livello europeo la platea di strumenti finanziari inseriti nei vari PNRR sarebbe piuttosto ampia. A dirlo è sempre l’ANSA che parla di un totale di 15 Piani nazionali di ripresa e resilienza in cui emergono veicoli per oltre 100 miliardi di euro, sui 672,5 totali del dispositivo. Oltre a Spagna ed Italia, tra gli altri Paesi che hanno attivato strumenti finanziari figurano ad esempio anche la Grecia (17,7 miliardi di strumenti finanziari su 36,6 complessivi), il Portogallo (1,6 miliardi su 22,2 dell'intero PNRR) e la Polonia (59,8 miliardi di PNRR).
Tali “strumenti o veicoli finanziari inseriti” nei Piani nazionali possono “essere ad esempio fondi per la resilienza regionale, di co-investimento, o a sostegno delle PMI, implementati attraverso il Gruppo Banca europea degli investimenti, banche pubbliche o banche commerciali.
“La particolarità - continua l’ANSA - è che a differenza di obiettivi predefiniti, come ad esempio la costruzione di opere pubbliche, tali veicoli finanziari sono gli obiettivi stessi del PNRR da realizzare per ricevere i soldi europei del Recovery: il target viene considerato raggiunto una volta che il veicolo o fondo sia stato costituito e che al più tardi entro fine agosto 2026 gli vengano trasferiti i fondi statali. Il veicolo potrà quindi erogare i fondi in un secondo momento”.
Gli orientamenti aggiornati sull’attuazione dei PNRR
L’analisi dell’ANSA è arrivata nello stesso giorno in cui Bruxelles ha adottato gli orientamenti aggiornati sul Dispositivo di ripresa e resilienza, che rispondono anche alle conclusioni del Consiglio dell'aprile 2024 sulla necessità di individuare mezzi concreti per migliorare l'attuazione del PNRR.
Questi orientamenti comportano riduzioni mirate degli oneri amministrativi legati ai PNRR, pur mantenendo un elevato livello di ambizione e trasparenza dei dispositivi. Ad esempio, viene chiarito come gli Stati membri possano richiedere la modifica di una tappa o di un obiettivo se individuano una soluzione di attuazione alternativa e più semplice.
Le linee guida puntano inoltre a promuovere sinergie tra i PNRR e altri fondi europei evitando però il doppio finanziamento, come richiesto dal Parlamento europeo.
Essi inoltre descrivono anche il processo di modifica dei Piani per trasferire fondi aggiuntivi nell'ambito del Recovery and Resilience Facility a InvestEU, in particolare per sostenere la Piattaforma STEP dopo la sua entrata in vigore il 1° marzo 2024.
Foto di ha11ok da Pixabay