ADP - Paesi arabi, ecco come trovare opportunita' di business
Una piattaforma completa per migliorare le conoscenze sulla regione araba e individuarvi possibilità di commercio e investimenti.
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L'Arab Development Portal è la nuova piattaforma online promossa dal Coordination Group of Arab (ACG), dalla Banca islamica per lo sviluppo (Islamic Development Bank, IDB), dal Fondo dell’OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) per lo Sviluppo Internazionale (OFID) e dalle istituzioni di sviluppo nazionali e regionali arabe, in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (United Nations Development Programme, UNDP).
Arab Development Portal: la piattaforma
Lo strumento punta a promuovere la conoscenza della regione araba in termini di sviluppo. Regione araba che, è bene ricordarlo, comprende 22 Paesi tra Africa e Asia: Algeria, Arabia Saudita, Bahrain, Comore, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Gibuti, Giordania, Iraq, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Mauritania, Oman, Palestina, Qatar, Siria, Somalia, Sudan, Tunisia, Yemen.
L'Arab Development Portal (ADP) si presenta come una piattaforma bilingue (in arabo e inglese) che offre un database unico, strumenti avanzati per la visualizzazione, la consultazione e l'estrazione di dati e un ricco bacino di risorse aggiuntive su 11 temi chiave di sviluppo, per ognuno dei Paesi dell'area: contesto demografico, istruzione, energia, questioni di genere, settore bancario e finanziario, lavoro e occupazione, macroeconomia, povertà, sviluppo del settore privato, commercio, sicurezza idrica e alimentare.
Attualmente, il database del portale conta oltre 2mila indicatori, provenienti dagli uffici statistici nazionali e dalle organizzazioni internazionali, mentre l'archivio delle fonti accoglie oltre mille pubblicazioni.
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Commercio: limiti e prospettive della regione araba
Crocevia di Africa, Asia ed Europa, la regione araba ha partecipato ad alcune delle più antiche rotte commerciali della storia dell'uomo, compresa la Via della Seta tra Asia e Europa.
La quota totale delle esportazioni dei Paesi arabi a livello mondiale è raddoppiata dal 2000, raggiungendo il 7% nel 2013. Se si esclude il carburante, le esportazioni non petrolifere della regione araba hanno costituito il 2% delle esportazioni mondiali nel 2013, rispetto all'1% del 2000. Il coefficiente di apertura commerciale nella regione ha raggiunto una media di 97 punti nel 2013, ma il rapporto tra commercio internazionale e PIL presenta grandi variazioni che vanno da un dato di 176 negli Emirati Arabi Uniti a 19 in Sudan.
Il commercio di servizi nell'area ha toccato la quota media del 14,5% del PIL nel 2013 con il Libano in testa per rapporto tra scambi di servizi e PIL (62%).
I principali partner commerciali della regione sono l'Unione europea, gli Stati Uniti e l'Asia, anche se il commercio intra-regionale è in aumento.
Oltre ad una serie di intese interregionali - quali l'Accordo di libero scambio di pan-arabo (Pan Arab Free Trade Agreement, PAFTA), l'Accordo di Agadir, il Consiglio di cooperazione del Golfo (Gulf Cooperation Council, GCC) e l'Unione del Maghreb arabo - 13 Paesi arabi sono membri dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e 7 Paesi ne sono osservatori. Inoltre, diversi Paesi arabi hanno firmato accordi commerciali con l'Unione europea, gli Stati Uniti, l'Associazione europea di libero scambio (European Free Trade Association, EFTA), la Turchia, il Mercato comune dell'Africa orientale e meridionale (Common Market for Eastern and Southern Africa, COMESA), il Mercato comune del Sud (MERCOSUR) e altri ancora.
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Mentre le politiche commerciali dei Paesi dell'area riflettono elementi di protezionismo così come di liberalizzazione del commercio e di promozione delle esportazioni, molte sfide ostacolano la capacità i questi Paesi di sfruttare appieno i vantaggi del proprio potenziale. Tra questi, la diversificazione economica relativamente bassa, una struttura di governance debole e la carenza di infrastrutture in campo commerciale in alcuni Paesi.
Tutta la regione è particolamente ricca di petrolio e gas e il livello relativamente basso di diversificazione economica porta ad una persistente dipendenza della crescita da queste materie prime. Le spedizioni di carburante, che rappresentano la stragrande maggioranza dell'export nei Paesi produttori di petrolio, hanno raggiunto l'82% dell'export totale regionale.
La maggior parte delle importazioni verso i Paesi arabi riguarda, invece, il settore manifatturiero. Fatta eccezione per i Paesi esportatori di petrolio, il saldo di bilancio con l'estero di beni e servizi rimane relativamente basso o negativo.
Per quanto riguarda le prestazioni logistiche, in termini di infrastrutture commerciali ed efficienza del processo di sdoganamento, la regione araba ha delle performance nella media rispetto all'indicatore LPI (Logistics Performance Index) della Banca Mondiale. In particolare, le migliori prestazioni in tale ambito si registrano negli Emirati Arabi Uniti (UAE).
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Al fine di incrementare il commercio al di là dei confini e rendere il clima più favorevole al commercio, molti governi arabi hanno cercato di attuare riforme doganali e ammodernare le infrastrutture logistiche, sebbene i costi commerciali rimangano elevati rispetto alla media mondiale del Logistics Performance Index (LPI).
Una menzione di riguardo va, infine, alle nuove politiche e normative messe in atto in Paesi come Emirati Arabi Uniti, Qatar e Tunisia, in termini di efficienza del processo di sdoganamento, e, ancora, negli Emirati Arabi Uniti, in Qatar e in Arabia Saudita, in termini di qualità delle infrastrutture connesse a commercio e trasporti, come mostra ancora una volta l'indice LPI. Rimangono, tuttavia, diversi problemi per quanto riguarda la qualità delle infrastrutture immateriali, come l'agevolazione doganale e le procedure amministrative.
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