Commercio - export Ue, in aumento misure di difesa attivate da Paesi terzi
Aumentano le misure di difesa commerciale attivate dai Paesi terzi contro l'Ue. L'acciaio è il settore più colpito.
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La Commissione europea ha adottato il 13o rapporto annuale sulle azioni di difesa commerciale attivate da Paesi terzi contro le esportazioni Ue, che illustra le tendenze generali, le conquiste e i problemi principali dell'export comunitario extra-Ue nel 2015, e fornisce i dettagli dei casi più importanti.
Strumenti di difesa commerciale (SDC)
Nel commercio, gli strumenti di difesa sono tre:
- misure antidumping,
- misure antisovvenzioni,
- misure di salvaguardia.
Le prime due, antidumping e antisovvenzioni, mirano a contrastare gli effetti negativi di prassi commerciali sleali, quali le importazioni oggetto di dumping (ovvero la pratica di esportare un prodotto ad un prezzo più basso di quello che viene normalmente praticato sul mercato interno) e di sovvenzioni.
Le misure di salvaguardia, invece, dovrebbero proteggere temporaneamente le industrie dagli effetti negativi di aumenti imprevisti e significativi di importazioni. Il terzo tipo di azione si distingue dai primi due strumenti anche perchè viene applicato all'importazione di qualsiasi origine, mentre le misure antidumping e antisovvenzioni sono specifiche per Paese.
Nell'applicazione degli SDC devono essere scrupolosamente rispettate le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
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Report 2015 su difesa commerciale da export Ue
Dal rapporto adottato nelle scorse ore dalla Commissione risulta che, lo scorso anno, vi è stato un aumento del numero delle misure di difesa commerciale in vigore nei confronti dell'Ue e che i casi stanno diventando sempre più complessi.
La maggior parte delle misure di difesa commerciale attivate nei confronti dell'Unione ha riguardato, nel 2015, l'antidumping. In percentuale minore sono presenti anche le misure di salvaguardia. Le azioni in vigore alla fine dell'anno sono risultate 151, 11 in più rispetto alle 140 di fine 2014. Lo scorso anno sono state imposte 37 nuove misure contro l'Ue, un numero paragonabile a quello delle azioni messe in atto nei dodici mesi precedenti.
India, Cina, Stati Uniti e Brasile sono risultati gli utilizzatori più attivi di strumenti di difesa commerciale contro l'Unione europea, ma non sono stati gli unici. L'acciaio è stato il settore più colpito, con 19 nuove indagini nel 2015, seguito dal settore chimico, con 7 nuove inchieste.
L'anno è stato caratterizzato, inoltre, da una maggiore complessità dei casi. Complessità, questa, dovuta a vari fattori, come il dibattito in corso sulla sovraccapacità globale dell'acciaio e l'esistenza in alcuni Paesi di un contesto economico in cui le misure di difesa commerciale possono essere utilizzate per ragioni politiche e applicate a fini protezionistici.
L'Unione europea - spiega Bruxelles a commento del report - applica elevati standard nelle proprie indagini e si aspetta che i suoi partner commerciali facciano attrettanto". Inoltre, si legge ancora nel comunicato, la Commissione controlla attivamente le azioni dei Paesi terzi e, in molti casi, interviene al fine di evitare che l'accesso legittimo dell'Ue ai mercati esteri venga limitato da misure ingiustificate. Anche attraverso la cooperazione con l'industria europea e con gli Stati membri, nel 2015, conclude Bruxelles, l'Unione europea è riuscita ancora una volta ad evitare una serie di misure ingiuste e ridurre al minimo gli effetti negativi dei diversi casi.
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Trasparenza su SDC Ue contro Paesi terzi
Sempre in materia di strumenti di difesa commerciale, ma questa volta da parte dell'Ue nei confronti degli Stati terzi, a fine maggio, lo ricordiamo, la Commissione europea ha pubblicato una sintesi con le informazioni dettagliate per la richiesta di apertura di inchieste.
In linea con i propri impegni di trasparenza formulati nella comunicazione di ottobre 2015, dal titolo "Commercio per tutti", la Commissione ha deciso, infatti, di migliorare l'accesso da parte di imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini alle informazioni sui casi di difesa commerciale, pubblicando regolamente le sintesi di tutte le richieste di nuove indagini e le recensioni delle misure antidumping o antisovvenzioni esistenti.
Inoltre, l'Esecutivo Ue metterà a punto una nuova piattaforma online per migliorare la comunicazione tra i soggetti coinvolti nei procedimenti in corso.
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