Sport e cultura sempre più attraenti per l’Impact Investing

Photo by Pavel DanilyukSe fino ad oggi le infrastrutture sociali nel campo dello sport e della cultura sono state poco considerate dai capitali privati, un recente studio dell'Istituto per il credito sportivo e culturale (ICS) afferma che nel medio termine potrebbe esserci una significativa inversione di rotta. A trainare sarebbe anche il potenziale dell’impact financing e di strumenti di finanza sociale come i Social Impact Bond, che possono rappresentare veicoli potenzialmente idonei ad ampliare lo spettro dei PPP a supporto di progetti in infrastrutture sportive e culturali.

Istituto Credito Sportivo: d’ora in poi, l’impatto sociale tra i criteri di finanziamento

A dirlo è il Rapporto “Il finanziamento delle infrastrutture sociali: costruire comunità sostenibili e inclusive attraverso lo Sport e la Cultura” che si propone di analizzare il settore delle infrastrutture sociali, in termini di caratteristiche, performance e grado di attrattività per i grandi investitori privati, con l’obiettivo di individuare nuove opportunità di finanziamento per i settori sport e cultura

Settori che, se finora sono stati “under-the-radar” dei flussi di capitali privati, adesso sembrerebbero rientrare sempre più nelle intenzioni di investimento dichiarate dagli investitori istituzionali, con la previsione che a medio termine ci possa essere un significativo incremento di allocazioni su tali asset sociali.

Criteri ESG, Impact Investing e infrastrutture sociali 

Tale cambio di rotta si inserisce evidentemente all'interno dell’importanza crescente degli ESG, un criterio sempre più diffuso per valutare gli investimenti anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale, sociale e di governance (Environmental, Social, Governance, in inglese).

Lo studio dell’ICS prova a fare un po 'di calcoli. “Per il settore infrastrutturale sono attualmente disponibili a livello globale circa 340 miliardi di dollari di ‘Dry powder’, ossia riserve di liquidità accumulate, in attesa di essere investite, che potrebbero essere destinate al finanziamento di progetti ad elevato valore aggiunto per i territori. In questo contesto, il focus verso la generazione di un impatto sociale sta divenendo sempre più la nuova frontiera della finanza sostenibile, con il settore dell’impact financing che continua a crescere, raggiungendo in Europa gli 80 miliardi di euro, di cui il 15%investiti nel mercato italiano”. 

Per ora “a livello globale, gli investitori a impatto hanno allocato solo lo 0,1% del loro patrimonio in asset culturali/creativi contro il 17% destinato al comparto energetico e il 9% investito nel segmento socio-sanitario”. 

Gli impianti sportivi restano fuori dal radar principalmente a causa di un gap informativo sulla capacità dello sport di generare benefici sociali misurabili e in linea con i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite (SDG).

Tuttavia a livello internazionale qualcosa sta cambiando. Ovunque, ormai, sta emergendo una nuova generazione di infrastrutture sportive e culturali che offre la scala necessaria per mobilitare ingenti capitali privati a integrazione delle erogazioni pubbliche. “Si tratta dei c.d. Sports and Cultural district, spazi polifunzionali integrati nel tessuto urbano, all’avanguardia sotto il profilo tecnologico e della progettazione eco-sostenibile, capaci di garantire il raggiungimento di importanti obiettivi sociali e di offrire agli investitori privati adeguati ritorni finanziari”.

A spingere verso tale direzione è anche l’acuirsi dei divari socio-economici. Uno scenario che offre allo sport e alla cultura la possibilità di divenire settori target dell’impact investing, ad oggi focalizzato in ambito sociale sui temi dell’istruzione, della salute e della finanza inclusiva.

“Un numero crescente di città nel mondo -spiega infatti il Rapporto - sta utilizzando la cultura e lo sport nei processi di architettura urbana per avviare progetti di rigenerazione socio-economica delle aree più fragili e periferiche. Nel settore culturale, ad esempio, il quinquennio 2019-2023 ha visto il completamento di oltre 800 investimenti, per un valore totale di quasi 40 miliardi di dollari, destinati alla ristrutturazione, ampliamento o nuova costruzione di musei, performing art center, spazi multifunzionali per le arti e distretti culturali. La maggior parte dei progetti è promossa e finanziata da Enti senza scopo di lucro e dal settore pubblico, ma si registra un incremento costante dell’apporto finanziario di investitori privati, che ad oggi contribuiscono alla costruzione e riqualificazione di circa il 6% delle infrastrutture culturali a livello globale”.

Ciò è vero anche per un paese come l’Italia, caratterizzato da sfide sociali sempre più complesse, nei confronti delle quali un piano di valorizzazione delle infrastrutture sportive e culturali potrebbe contribuire ad avviare processi di rinascita economica e sociale delle aree più fragili e periferiche del Paese.

Per far ciò, il coinvolgimento di capitali privati nel processo di valorizzazione dell’impiantistica sportiva e dei beni culturali rappresenta però una risorsa sussidiaria cruciale, specialmente in tempi di restrizioni nella spesa pubblica. Il fabbisogno finanziario, infatti, risulta estremamente elevato. Per i soli costi di efficientamento energetico del parco impianti sportivi, ad esempio, il fabbisogno è stimato in oltre 3 miliardi di euro.

I modelli di finanziamento innovativi a sostegno di progetti nello sport e nella cultura

In tale contesto, i governi di molti Paesi hanno iniziato a sperimentare nuove forme di Partnership Pubblico-Privato (PPP) basate sui risultati, così da reperire nuove risorse per gestire i crescenti squilibri sociali.

Uno dei modelli più promettenti sono senza dubbio i Social Outcomes Contract (SOC), un meccanismo di PPP alternativo in grado di migliorare l’efficacia delle politiche di investimento pubbliche attraverso la mobilitazione di risorse e competenze private. 

Tra questi, la parte del leone la fanno i Social Impact Bond (SIB), che costituiscono una tipologia di SOC in cui il rischio finanziario del progetto è trasferito in capo ad un investitore terzo. Un modello che potrebbe favorire la partecipazione di capitali privati a progetti pubblici in infrastrutture sportive e culturali, e di cui esistono attualmente una decina di modelli di SIB relativi ad investimenti con un focus sullo sport e sull’attività fisica.

In Italia il potenziale di diffusione dei SIB nei settori Sport e Cultura dipenderà dalla creazione di un ecosistema regolamentare e fiscale favorevole e dal perfezionamento di sistemi di misurazione dell’impatto sociale sempre più focalizzati sui risultati. 

Per approfondire: L’impact investing e i social bond spiegati dai tecnici dell’AICS

Photo by Pavel Danilyuk