Biometano in Italia, tra grandi potenzialità e grandi ostacoli da superare
L’Italia potrebbe piazzarsi in cima alla classifica dei Paesi europei per produzione di biometano. Eppure la burocrazia e il limitato sfruttamento del potenziale di produzione ne ostacolano il pieno sviluppo. I nuovi incentivi potranno cambiare le carte in tavola?
A dirlo è lo studio della società di consulenza BIP, intitolato “Biomethane, the green molecule to enable energy transition”.
Biometano in Europa
Ad oggi - come mostra l’immagine sotto tratta dal report BIP e proveniente dai dati della Biomethane Map 2021 - Germania e Francia sono i primi Paesi europei per produzione di biometano e numero di impianti.
L'Italia resta indietro e presenta una quota estremamente limitata di potenziale già sfruttato, pur avendo la taglia media degli impianti più alta.
Riprendendo un altro rapporto, “Biomethane production potentials in the EU” di Gas for Climate, consorzio creato da dieci società europee di trasporto gas e due associazioni di biogas, è evidente l’enorme potenziale di crescita del biometano in Europa.
Il report stima un potenziale di 38 miliardi di metri cubi di gas ottenibili tramite digestione anaerobica nel 2030 per l’UE, ma si potrebbe salire fino a 91 miliardi nel 2050.
I primi 5 paesi produttori in questo campo sia nel 2030 che nel 2050 sarebbero Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna.
Il biometano in Italia: un presente con il freno a mano tirato e un futuro potenzialmente roseo
Oggi in Italia la produzione annuale di biometano è di appena 220 milioni di mc. Ma, secondo lo studio BIP, si potrebbero realizzare oltre mille impianti entro il 2026 tra conversioni di unità a biogas e nuovi impianti.
Guardando nel lungo periodo, lo studio cita le stime RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) fornite nella pubblicazione “Achieving Net Zero Emissions in Italy by 2050: Challenges and Opportunities” secondo cui la potenzialità italiana potrebbe arrivare a circa dieci miliardi di mc di biometano al 2050.
Gli ostacoli allo sviluppo del biometano in Italia
La diffusione capillare degli impianti a biometano in Italia è rallentata da alcuni importanti ostacoli burocratici, sottolinea lo studio BIP.
In primo luogo, le aziende e i piccoli imprenditori agricoli che intendono installare e gestire un impianto di biometano devono vedersela con un macchinoso iter burocratico che di fatto li scoraggia. Il percorso per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per costruire impianti a biometano, infatti, può richiedere ad oggi due anni.
Incentivi al biometano: siamo ancora in tempo per recuperare terreno?
Secondo lo studio BIP, sì. I recenti sviluppi normativi, riguardanti gli incentivi al biometano, dovrebbero mettere l’Italia sulla giusta carreggiata e accorciare le lungaggini burocratiche.
Ed è importante cambiare rotta alla luce di un dato piuttosto preoccupante citato nello studio: finora molte aziende italiane hanno preferito non realizzare investimenti come l’upgrading da biogas e biometano a causa degli incentivi sfavorevoli, per via dei tempi lunghi che investimenti del genere avrebbero comportato.
Da settembre qualcosa è cambiato. Fino a quel momento la norma di riferimento per gli incentivi al biometano era il DM del 2 marzo 2018, ma complice il Piano nazionale di ripresa e resilienza il provvedimento ha subito variazioni importanti ed è arrivato un nuovo decreto Biometano, il decreto 340 del 15 settembre 2022. Decreto che prevede un contributo in conto capitale del 40%, un incentivo sulla produzione, con tariffe differenziate sulla base dei costi degli impianti e contingenti di potenza annui finalizzati a valorizzare il potenziale delle riconversioni degli impianti biogas esistenti e la nascita di nuove produzioni.
Gli incentivi alla riconversione da biogas e biometano potrebbero essere un game changer per il Paese: data la sua grande produzione di biogas, la disponibilità di materie prime e la rete del gas sviluppata, l'Italia ha il potenziale per diventare uno dei principali produttori europei di biometano e le più recenti misure normative sembrerebbero aprire la strada a tale sviluppo.
A questo punto non resta che aspettare e capire se il DM 15 settembre 2022 e il sistema di incentivazione soddisferanno le esigenze delle imprese del settore dando nuova linfa alla conversione del biogas.