I nuovi vertici UE e il futuro dell'Europa, il commento di Confcommercio

David Sassoli - Fred Marvaux Photo credit © European Union 2019 – Source: EPBene l'elezione di Sassoli alla guida del Parlamento europeo e la prospettiva di un portafoglio di rilievo economico all'interno della Commissione, ma per incidere a Bruxelles l'Italia deve cambiare approccio, puntando a costruire un fronte unico che ci renda più forti anche a livello globale. Il commento di Alberto Marchiori, incaricato nazionale Confcommercio per le Politiche UE.

Sassoli alla guida del Parlamento europeo e le altre cariche UE

All'indomani dell'elezione di David Sassoli alla guida dell'Europarlamento, sono ancora tanti gli interrogativi sui nuovi equilibri europei, con le decisioni imminenti sulla nuova Commissione UE, ma anche su chi guiderà le commissioni permanenti del PE. 

David Sassoli alla presidenza del Parlamento europeo. Che risultato è per l'Italia?

L'elezione di Sassoli è un risultato importante per l'Italia: è sicuramente una posizione di prestigio e diamo continuità alla presidenza di Antonio Tajani, che è stata di ottimo livello. Avrei voluto però che l'espressione “prima gli italiani” avesse orientato anche il comportamento dei nostri deputati al Parlamento europeo: non è stata una bella figura per il nostro paese che la grande maggioranza dei parlamentari italiani gli abbia votato contro, avremmo dovuto fare tutti squadra comune.

Come giudica lo scenario che si va configurando con le personalità indicate dal Consiglio europeo ai vertici delle istituzioni UE?

Quelli indicati dai leader dell'Unione sono tutti nomi di alto profilo, a cominciare dalla candidatura della ministra tedesca della Difesa Ursula von der Leyen per la presidenza della Commissione europea. Una donna, medico, madre di sette figli e dedicata alla politica, è sicuramente una personalità di grande temperamento, anche se naturalmente bisognerà giudicarla da quello che fa.

Quanto alla Bce, abbiamo avuto un periodo favorevolissimo con il nostro Mario Draghi, che ha dimostrato di essere un grande economista, e ritengo che, anche se Christine Lagarde ha un'immagine più politica che tecnica, si tratta certamente di un alto profilo. Discorso analogo per l'ex primo ministro belga Charles Michel, che i capi di Stato e di Governo hanno designato alla presidenza del Consiglio europeo.

Allo stesso tempo, penso che abbiamo sbagliato tiro, perchè la candidatura di Frans Timmermans alla guida della Commissione europea, un uomo che ama l'Italia e che parla bene l'italiano, rappresentava a mio avviso una chance per il nostro paese. Abbiamo scelto di schierarci con il gruppo di paesi dell'Est e ne usciamo indeboliti, considerando che abbiamo perso il ruolo dell'Alto rappresentante, finora svolto da Federica Mogherini, e che c'è il rischio che i partiti che governano in Italia vengano penalizzati anche nella partita delle presidenze delle commissioni permanenti del PE, che si giocherà a partire dalla prossima settimana.

Il Governo punta ad ottenere per l'Italia una vicepresidenza della Commissione e un incarico di rilievo economico all'interno del Collegio dei commissari, presumibilmente quello alla Concorrenza. Come valuta questa prospettiva?

La concorrenza è un ruolo molto importante, che tocca da vicino l'economia, ma bisogna saperlo giocare bene all'interno della Commissione, ottenere l'incarico non basta.

In generale io sono convinto che questa Europa vada migliorata, ma occorre cambiare metodo. Dobbiamo puntare su una maggiore mediazione, e non sul mero contrasto, aprire ad una maggiore presenza in fase ascendente, per non essere costantemente in ritardo.

Questo significa ad esempio seguire in anticipo la costruzione delle direttive europee con la nostra rappresentanza a Bruxelles, per non andare poi incontro a procedure di infrazione e sanzioni, ma anche trasmettere l'appartenenza europea ai cittadini, continuando ad essere critici quando necessario, ma sfruttando meglio le opportunità che l'UE ci offre. A cominciare dall'utilizzo dei fondi europei.

A questo proposito, quali sono le vostre priorità per la prossima generazione di programmi di finanziamento europei nell'ambito del bilancio UE post 2020?

Come Confcommercio abbiamo presentato un documento ufficiale che rispecchia una posizione abbastanza condivisa a livello nazionale. Chiediamo un impegno forte su temi come l'ambiente, l'economia circolare, la rigenerazione urbana, la coesione, lo sviluppo delle città e del territorio, ma anche per la digitalizzazione e l'immigrazione, tema quest'ultimo che va sicuramente affrontato in maniera diversa rispetto al quadro attuale.

Ci sono poi dei temi trascurati a livello europeo, anzitutto quello del turismo, un settore predominante per il nostro paese, ma anche per l'Europa, che non trova spazio adeguato nelle programmazione europea. Naturalmente insistiamo molto anche sugli investimenti nei trasporti e nelle infrastrutture e sul sostegno alle PMI, che sono l'ossatura economica dell'Europa.

Non si tratta però solo di fondi. C'è bisogno di lavorare sulle regole, portando avanti uno sforzo di semplificazione a livello europeo ed evitando poi di complicare ulteriormente la burocrazia europea a livello nazionale.

Un paese ricco di creatività e di prodotti di qualità come l'Italia, poi, dovrebbe rilanciare il progetto di normativa per la tutela del Made In, finora portato avanti in modo troppo blando. Si tratta di una partita decisiva, soprattutto pensando alla concorrenza degli altri continenti. Serve maggiore coesione tra gli Stati membri, per creare un fronte unico e avere davvero gli Stati Uniti d'Europa.

La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027