UE-USA: quali benefici dalla fine dei dazi sui beni industriali?

UE-USAUn'analisi economica della Commissione europea dimostra che un futuro accordo UE-USA per eliminare le tariffe sui prodotti industriali aumenterebbe le esportazioni europee negli Stati Uniti dell'8% entro il 2033, con guadagni pari a 27 miliardi di euro.

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La Commissione europea ha presentato nelle scorse ore al Parlamento UE e agli Stati membri un'analisi economica dei vantaggi per produttori e consumatori dell’Unione europea e degli Stati Uniti in caso di accordo per l’eliminazione delle tariffe su tutti i prodotti industriali.

UE-USA: una tradizione di ottimi rapporti commerciali

Le relazioni economiche UE-USA sono, tradizionalmente, tra le più solide al mondo, con barriere relativamente basse e forti legami di investimento. L’interscambio totale di merci ha raggiunto il massimo storico di 633 miliardi di euro nel 2017. Relativamente allo scambio di servizi, investimenti e profitti, il rapporto commerciale UE-USA è tendenzialmente equo, con un leggero disavanzo per gli Stati Uniti (12 miliardi di euro nel 2017). 

In generale, spiega la Commissione, i dazi che l'UE e gli Stati Uniti applicano alle reciproche importazioni di beni industriali sono tra i più bassi del mondo, con una media del 4,3% per l'UE e del 3,8% per gli USA. Tuttavia, vi è ancora un numero significativo di beni industriali soggetti a elevati dazi all'importazione sia nell'UE che negli Stati Uniti, i cosiddetti "picchi tariffari".

Per le esportazioni dell'UE verso gli Stati Uniti, tali picchi tariffari includono le calzature (dazio fino al 48%), l’abbigliamento (fino al 32%), la ceramica (fino al 28%) e il vetro (fino al 38%). Si tratta di settori in cui sono soprattutto le piccole e medie imprese (PMI) UE a produrre prodotti di alta qualità per il mercato globale. Questi picchi impongono costi effettivi significativi, data l'entità degli scambi commerciali UE-USA, e in pratica, spiega Bruxelles, equivalgono a una tassa sul commercio transatlantico

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I benefici della fine delle tariffe sui beni industriali

L’analisi della Commissione mostra che un futuro accordo sulle tariffe porterebbe entro il 2033 ad un aumento delle esportazioni UE di beni industriali verso gli Stati Uniti dell'8% e ad un incremento delle spedizioni statunitensi verso l'Unione del 9%, con guadagni, rispettivamente, di 27 e di 26 miliardi di euro. La fine dei dazi fornirebbe, dunque, alle aziende transatlantiche di tutte le dimensioni un vantaggio comparativo, oltre a minori costi nelle catene di approvvigionamento integrate, supportando in tal modo la capacità delle stesse di competere a livello globale.

Bruxelles e Washington, si legge nell’analisi, hanno identificato guadagni economici considerevoli e facilmente realizzabili nel settore dei beni industriali. Si tratta, infatti, di una categoria che costituisce la maggior parte degli scambi di merci UE-USA, comprendendo dai macchinari ai prodotti chimici, dai metalli agli indumenti e alle calzature, “settori - spiega la Commissione - in cui l'UE è spesso leader del mercato mondiale”.

Gli Stati Uniti rappresentano la principale destinazione a livello mondiale dei beni industriali UE, con una quota di oltre un quinto di tutte le esportazioni europee. Viceversa, le importazioni dagli States rappresentano quasi il 15% di tutto l’import UE di beni industriali, seconde solo a quelle dalla Cina.

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Ecco in dettaglio i benefici previsti al 2033 per singoli settori UE in termini di export:

  • +110% (+2,3 miliardi di euro) per gli articoli di abbigliamento, che toccherebbero un valore di 4,5 miliardi,
  • +69% (+1,6 miliardi di euro) per i prodotti in pelle, che arriverebbero a 4 miliardi di euro,
  • +7% (+3,3 miliardi di euro) per le macchine, che raggiungerebbero i 52,8 miliardi di euro,
  • +7% (7,4 miliardi di euro) per prodotti chimici e farmaceutici, che arriverebbero a 107 miliardi di euro.

Per le esportazioni USA in UE, invece, la Commissione prevede, sempre entro il 2033:

  • +15% (+8,6 miliardi di euro) per i prodotti chimici e farmaceutici,
  • +9% (+3 miliardi di euro) per le attrezzature di trasporto,
  • +46% (+5,8 miliardi di euro) per i veicoli a motore e loro componenti,
  • +10% (+2,5 miliardi di euro) per le macchine.