UE-Banca Mondiale, fare impresa in Bulgaria, Romania e Ungheria

Corinna Cretu - fonte: European CommissionIl rapporto Doing Business di Banca mondiale e Commissione UE mette in luce la capacità imprenditoriale nei tre Paesi dell'Est Europa.

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Banca Mondiale - guida per futuri consulenti

E’ stato lanciato per la prima volta a Sofia il primo rapporto “Doing Business in the European Union 2017: Bulgaria, Hungary and Romania”.

A presentarlo il rappresentante della Banca Mondiale, Rita Ramalho, il vice primo ministro bulgaro, Tomislav Donchev, e il ministro delle Finanze, Vladislav Goranov. Per la Commissione europea è intervenuto Aurélio Cecilio, capo unità Bulgaria, Romania e Ungheria presso la DG Regio.

La pubblicazione mette in luce la necessità di analizzare il contesto imprenditoriale non solo da un punto di vista nazionale, ma anche regionale e locale. Dal report emerge che le piccole città bulgare e ungheresi sono più business-friendly delle capitali Sofia e Budapest.

Sono 22 le città considerate e cinque le aree tematiche trattate:

  • Aprire un’impresa
  • Ottenere i permessi 
  • Richiedere l'allaccio della fornitura energetica
  • Registrare proprietà
  • Eseguire contratti.

Commentando la presentazione, Arup Banerji, direttore regionale della Banca Mondiale per l’Ue ha affermato: "La normativa relativa ai permessi, alle transazioni immobiliari e alla fornitura di servizi di base, come l’energia elettrica, sono indicatori che permettono di valutare lo stato di salute dell’economia di un Paese. Come mostra il rapporto, per creare una normativa di impresa più efficace, servono sforzi coordinati dei decisori politici e della Pubblica amministrazione".

I risultati del rapporto

Uno scenario a più velocità è quello descritto dal rapporto Doing Business.

In Bulgaria la città di Ruse si conferma al primo posto per quanto riguarda la registrazione di proprietà e l’esecuzione di contratti, mentre Burgas è la città in cui l’allaccio all’elettricità è più veloce. Varna vanta ottime performance nella registrazione proprietà. A Sofia si ottengono più velocemente i permessi per costruire, ma si fa più fatica in ben tre ambiti: apertura di una nuova impresa, registrazione della proprietà e nell’esecuzione di contratti.

In Ungheria, Debrecen si distingue per i suoi risultati nella registrazione di proprietà ed esecuzione di contratti, Szeged invece per la fornitura dell’energia elettrica, Pecs nei permessi per le costruzioni, mentre Budapest resta indietro in quasi tutti i settori considerati. Complessivamente quasi tutte le città ungheresi hanno una buona performance in tutte le aree, tranne che per il lancio di una nuova start-up. In questo caso i costi raddoppiano rispetto alla media UE.

Passando alla Romania, la città di Iasi domina le altre per l’allaccio all’elettricità, Craiova ha ottime performance nei permessi per costruire, Timisoara si distingue positivamente per l’esecuzione contratti. Bucarest vanta buoni risultati in tutte le aree tematiche analizzate.

Le differenze più marcate tra i tre Paesi sussistono in quelle aree tematiche in cui le autorità locali sono più autonome nello sviluppare e mettere in pratica la normative, in particolare permessi per costruire, allaccio elettrico ed esecuzione contratti. In particolare, l’allaccio elettrico è il tallone d’Achille in tutti e tre i Paesi. Sperequazioni evidenti emergono quindi anche nello stesso Paese, soprattutto in Bulgaria e Romania: a Sofia, ad esempio, si impiega un mese in più per l’allaccio all’energia elettrica che a Burgas, mentre in Romania risolvere un contenzioso commerciale prende 8 mesi in più che non a Brasova o a Timsoara. Informazioni cruciali per chi intende aprire un’impresa in questi Paesi senza conoscerli preventivamente.

La Commissione europea sta collaborando attivamente con la Banca mondiale su questo tema. In passato erano già stati pubblicati tre rapporti simili per l’Italia, la Spagna e la Romania, su iniziativa di questi stessi Paesi. Si tratta di azioni legate alla “Lagging Region initiative” lanciata nel 2015 dalla commissaria Corinna Creţu e volta a migliorare le performance delle regioni europee con crescita più bassa. Nel 2018 sarà pubblicato un rapporto simile relativo alle performance di 25 città in Croazia, Repubblica Ceca e Slovacchia.