BEI - imprese trainano debole ripresa investimenti
Negli ultimi tre anni la crescita degli investimenti nell'UE, trainata soprattutto dalle imprese, è stata pari al 3,1% annuo
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E' stato presentato in Banca d’Italia il rapporto “Investment and Investment Finance in Europe-2016” della Banca europea per gli investimenti (BEI). Il rapporto contiene la prima edizione dello studio EIBIS, un’indagine sulle decisioni di investimento delle imprese effettuata su un campione di 12.500 aziende, localizzate in tutti i Paesi europei, di cui 622 italiane.
La crescita degli investimenti nell'UE negli ultimi tre anni è stata pari al 3,1% annuo, di poco inferiore al tasso medio pre-crisi del 3,4% e ben al di sotto dei tassi storici di crescita degli investimenti durante i periodi di ripresa post-crisi finanziarie.
Alla metà del 2016 gli investimenti nei "vecchi" Stati membri meno colpiti dalla crisi (Paesi centrali) aveva raggiunto il livello pre-crisi, ma gli investimenti nei Paesi della coesione, perlopiù "nuovi" Stati membri, erano ancora sotto del 9%. Nei "Paesi periferici" più colpiti dalla crisi gli investimenti sono tuttora inferiori del 27% al livello pre-crisi.
In particolare, anche all'interno dei gruppi di Paesi, permangono notevoli differenze. In termini di composizione, le immobilizzazioni immateriali sono ben al di sopra dei livelli storici medi nei Paesi centrali e periferici, mentre la spesa in impianti, macchinari ed attrezzature primeggia nei Paesi della coesione. Il settore dell'edilizia, residenziale e non residenziale, nel complesso rimane depresso: gli investimenti in nuove costruzioni superano i livelli pre-crisi soltanto in cinque Stati membri, mentre in quindici è inferiore di oltre il 15% ai livelli pre-crisi.
Nel complesso la graduale ripresa degli investimenti è una buona notizia, ma ci sono rischi di peggioramento. ll declino della crescita di produttività, i livelli relativamente bassi di investimento in immobilizzazioni immateriali e il calo degli investimenti in infrastrutture costituiscono una minaccia per la crescita futura. Le condizioni di finanziamento per le imprese sono migliorate, ma permangono attriti e fallimenti sistemici del mercato.
Gli investimenti delle imprese sono il principale fattore che contribuisce alla crescita degli investimenti a livello UE. Hanno però raggiunto il picco pre-crisi nei Paesi centrali, ma non nei gruppi della coesione o periferici. Nei Paesi della coesione, gli investimenti delle imprese sono stati perlopiù stagnanti e rimangono ben al di sotto del livello pre-crisi e gli scarsi investimenti in edifici e strutture costituiscono l'ostacolo principale. Il rapporto fra investimenti delle imprese e PIL nel 2015 è inferiore alla media degli anni 1999-2005 e rappresenta un quarto del calo degli investimenti totali rispetto al PIL in seguito a tale periodo. Pertanto, sebbene le imprese stiano trainando la modesta ripresa degli investimenti, questa resta debole rispetto ai valori storici.
"Gli investimenti sono il nodo in cui si legano insieme domanda e offerta, congiuntura e struttura. In un Paese come l’Italia, dove aggredire il debito pubblico è fondamentale, ancora più che altrove è importante la qualità della spesa pubblica e dell’intervento pubblico in generale a favore degli investimenti", ha sottolineato il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, aprendo i lavori della mattina.
“Dalla nuova indagine della BEI sugli investimenti delle imprese in tutta la UE, emerge che la ripresa degli investimenti - seppur lenta e debole - è trainata proprio dalle imprese. Nonostante il clima di incertezza, alcune difficoltà di accesso al credito e gli impedimenti regolamentari, le imprese sia in Italia sia in Europa hanno ripreso a investire", ha commentato Dario Scannapieco, vicepresidente BEI.
> Investimenti e finanza per gli investimenti in Europa - Risultati principali
> Investment and Investment Finance in Europe (rapporto esteso)