Trasporti - Asstra, due miliardi per adeguare le ferrovie regionali
Secondo Asstra servono almeno due miliardi per mettere in sicurezza le ferrovie regionali.
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E’ la stima elaborata da Asstra, l’associazione delle aziende di trasporto pubblico locale, contenuta in uno studio presentato alla commissione Trasporti della Camera. L’adeguamento delle ex concesse, le ferrovie locali con livelli di sicurezza diversi dalla rete nazionale, costerà almeno 1,8 miliardi. Ai quali andranno aggiunti almeno 200 milioni di euro all’anno per avviare un processo di svecchiamento del parco mezzi. Al momento, però, sono stati stanziati appena 300 milioni di euro, tramite risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC).
Quanto pesa la rete regionale
Le "ex concesse", le ferrovie regionali esterne alla rete Rfi, occupano circa 3.600 chilometri, molti dei quali (circa 2mila) sono direttamente collegati alla rete nazionale e sarebbero, quindi, molto utili al funzionamento del sistema nel suo complesso. Questi 2mila chilometri, pochi mesi fa, sono passati sotto la competenza dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e, quindi, dovranno allinearsi agli standard di sicurezza del resto della rete. Nessuno, però, ha fatto finora stime su quanto costerebbe questo adeguamento.
Le tecnologie necessarie
Così, da Asstra spiegano che “della rete sopra considerata, 1.450 chilometri hanno il binario singolo, come del resto previsto e consentito in molti altri Paesi europei”. Accanto a questo, “circa 350 km sono già attrezzati con il Sistema di controllo marcia treno, sistema attualmente utilizzato sulla rete nazionale”. Questo sistema rende più sicura la guida del mezzo e andrebbe progressivamente portato su tutta la rete.
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Quasi due miliardi di investimenti
Portare tutte queste tecnologie sui 3.600 chilometri delle “ex concesse” costerebbe cifre importanti. Secondo l’associazione, infatti, servirebbero investimenti per 1,8 miliardi di euro. Mettendo insieme un piano di adeguamento diviso in cinque anni. Oltre a questo, poi, bisognerebbe affrontare il tema degli investimenti sui mezzi.
Il materiale rotabile
La situazione attuale è preoccupante: l’età media dei mezzi, infatti, è pari a 25 anni. Con le simulazioni di Asstra, però, sarebbe possibile ridurre drasticamente questo numero. “Tramite il modello elaborato, nell'arco di 17 anni (fino al 2033), con un contributo pubblico statale di 200 milioni di euro annui e un cofinanziamento al 25% da parte di aziende, Regioni ed enti locali, si riuscirebbe ad abbassare l'età media a 16 anni, con positive ricadute sulla qualità del servizio e la sicurezza dell'esercizio”. Quindi, sono necessari 200 milioni l’anno per 17 anni, per un totale di 3,4 miliardi.
Il denaro disponibile
Dei circa 5 miliardi che servirebbero, per adesso, siamo soltanto alle briciole. Il Governo, infatti, ha dedicato al tema delle ex concesse soprattutto il Piano operativo FSC 2014-2020. Qui sono stati inseriti 11,5 miliardi di opere pubbliche di competenza del Ministero delle Infrastrutture: al loro interno troviamo due miliardi sul trasporto ferroviario e 300 milioni per le ex concesse.
Risorse insufficienti
Secondo Asstra, però, questi soldi bastano solo per iniziare. “Tale stanziamento, sommato alle risorse già previste da alcune Regioni, a parere dell'associazione risulta sicuramente utile ad avviare un processo di adeguamento ma, tuttavia, assolutamente insufficiente ad intraprendere il percorso di adeguamento tecnologico e infrastrutturale delle reti”.