Nimby Forum - energia settore piu' contestato
I dati del decimo rapporto del Nimby Forum (Not in my back yard, non nel mio cortile), che monitora il fenomeno delle contestazioni territoriali in Italia
- Incentivi rinnovabili - le modifiche proposte dalle Regioni
- Collegato ambientale – ok Senato a misure per green economy
Il progetto Nimby Forum consiste in un Osservatorio Media Permanente, che monitora il fenomeno delle contestazioni territoriali ambientali in Italia, e in un tavolo di confronto tra i principali operatori pubblici e privati nei settori infrastrutture, ambiente ed energia.
Obiettivo principale del forum è individuare le più efficaci metodologie di interazione tra i diversi stakeholder per gestire e ridurre il fenomeno delle opposizioni territoriali ambientali e la cosiddetta Sindrome Nimby (Not In My Back Yard).
I dati del decimo rapporto, promosso dall’Agenzia di ricerca, informazione e società (Aris) e che verrà presentato domani presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati, mostrano una crescita del 5% delle contestazioni sul territorio di singoli cittadini, associazioni ambientaliste, enti no profit, oltre a mondo politico, enti locali e istituzioni pubbliche.
Tra le motivazioni di chi si oppone, il 38% delle critiche si riferisce all’impatto ambientale (che cresce dell’89% rispetto al 2013); seguono le questioni legate alla qualità della vita (13% dei casi) e alla salute pubblica (11%).
Nel 62,6% dei casi è il comparto energetico il settore più discusso, seguito da rifiuti (25,9%), infrastrutture (8,7%). Il restante 2,8% delle proteste riguarda cementifici, impianti di raffinazione e chimici.
Nello specifico, tra gli impianti energetici più contestati, quelli a idrocarburi si posizionano per la prima volta al secondo posto (9% del totale), preceduti da quelli a biomasse (101, pari al 28,4% di tutte le proteste). A seguire, le contestazioni riguardano i termovalorizzatori (8,1%), le centrali idroelettriche (6,2%, in crescita dell’1% rispetto al 2013), le discariche di rifiuti speciali (5,6%), le discariche di rifiuti solidi urbani (5,3%) e le infrastrutture autostradali (5,7%). Seguono impianti eolici, elettrodotti, impianti industriali e gasdotti.
Invariata con il passare degli anni la distribuzione territoriale delle proteste: le Regioni settentrionali pesano maggiormente, con un tasso di incidenza dei no pari al 40,6%. A guidare il Nord Italia in tal senso sono Lombardia (16,4%) e Veneto (12,4%). Di minore entità le contestazioni nel resto d'Italia, comprese tra il 3% e il 5%.