ICT: il gap europeo tra idee e accesso al mercato
Secondo un recente studio del think tank con sede a Bruxelles Bruegel, New ICT Sectors: Platform for European Growth?, l'Europa fatica a creare il giusto "ecosistema" per la nascita di nuove imprese nel campo dell'Information and Communication Technology. Il problema, osserva il rapporto, non risiede tanto nella difficoltà a generare nuove idee, quanto negli ostacoli alla loro traduzione in prodotti e servizi vincenti sul mercato.
Mancanza di un mercato unico digitale, regimi di proprietà intellettuale frammentati, debole cultura imprenditoriale, accesso limitato al capitale di rischio e assenza di cluster ICT. Sono questi, secondo gli autori del rapporto, i principali problemi che frenano lo sviluppo dell'Information Technology in Europa.
Un grande mercato integrato digitale in Europa, sostiene lo studio, darebbe una forte spinta alla commercializzazione. Se infatti le barriere linguistiche ostacolano lo sviluppo di alcuni settori nell'Ue, come il web 2.0 o l'industria dell'e-paper, allo stesso tempo le differenze culturali potrebbero anche rappresentare un'opportunità per differenziare e creare nicchie di mercato.
Pesa anche il fattore risorse. La ricerca rileva un ritardo in Europa in termini di investimenti privati in ricerca e sviluppo per beni e servizi ICT e nell'accesso al capitale di rischio, ad esempio rispetto agli Stati Uniti. Le nuove start-up, da cui vengono generalmente le innovazioni più radicali, spesso non riescono a superare la carenza di finanziamenti e finiscono per consolidarsi solo se acquisite da uno degli operatori storici.
Solo raramente giovani innovatori riescono ad affermarsi in modo indipendente e a competere sul mercato con aziende già leader nel settore.