Soia: USA raddoppia la quota sull'import UE e diventa il primo fornitore
Con una quota del 52% sulle importazioni UE di semi di soia, gli USA scalzano il Brasile e diventano il primo fornitore dell'Unione. E' quanto emerge dalla seconda relazione pubblicata da Bruxelles nell'ambito del meccanismo di monitoraggio dei flussi della soia concordato da Juncker e Trump.
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Nell'ambito dell'accordo siglato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e dal numero uno della Casa Bianca Donald Trump, è previsto un impegno reciproco per incentivare gli scambi per diversi settori e prodotti. Tra questi, spicca il comparto dei semi di soia, per cui Washington ha mostrato particolare interesse.
E' dunque in tale contesto che la Commissione europea, per monitorare l'andamento degli scambi di questo legume, ha istituito un meccanismo bimestrale di controllo dei flussi. I dati della prima relazione disponibile, diffusi il 1° agosto 2018, hanno rilevato, tra le altre cose, che in 12 mesi vi è stato un aumento del 283% delle vendite statunitensi di soia nell'Unione, oggi pari a circa 360mila tonnellate.
Dalla seconda relazione periodica sugli scambi dei semi di soia, pubblicata nelle scorse ore da Bruxelles, risulta, invece, che nel periodo luglio-metà settembre 2018, le importazioni dagli USA sono cresciute del 133% rispetto all'analogo periodo del 2017, attestandosi a 1.473.749 tonnellate.
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In termini di importazioni totali UE di semi di soia, la quota degli States rappresenta oggi il 52% del totale, un enorme passo in avanti rispetto al 25% dello stesso periodo dello scorso anno.
Con una quota superiore al 50%, gli Stati Uniti passano davanti al Brasile (40%) e diventano ufficialmente il primo fornitore di semi di soia dell'UE. Seguono a pari merito al terzo posto, a grande distanza dal Paese sudamericano, Canada (2,3%) e Paraguay (2,3 %), e poi l'Uruguay (1,7%).
I dati del rapporto, lo ricordiamo, provengono dal Crops Market Observatory, l'osservatorio lanciato a luglio 2017 dalla Commissione europea per garantire maggiore trasparenza nell'informazione sui dati di mercato delle colture e sulle analisi a breve termine.
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In termini complessivi, l'Unione europea importa oggi dal resto del mondo circa 14 milioni di tonnellate di semi di soia ogni anno. Il legume, lo ricordiamo, serve come fonte di proteine per i mangimi animali, compresi quelli per polli, suini e bovini, oltre che per la produzione di latte.
In virtù del loro prezzo particolarmente competitivo, i semi di soia statunitensi rappresentano un'interessante opzione per gli importatori e gli utilizzatori dell'Unione.