Economia circolare – le richieste del Parlamento europeo
Aggiornato il 18 aprile 2018 Più riciclaggio e meno smaltimento in discarica. Cosa prevede il pacchetto economia circolare approvato in plenaria dal Parlamento europeo.
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Obiettivi ambiziosi in materia di riciclaggio, netta riduzione dei conferimenti in discarica e degli sprechi alimentari. Sono i punti focali del pacchetto economia circolare, approvato dal Parlamento europeo riunito in plenaria.
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Cosa prevede il pacchetto economia circolare
Una serie di misure per incentivare la transizione dell’Europa verso un’economia circolare, rafforzare la competitività a livello mondiale e stimolare la crescita economica sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Sono gli obiettivi del pacchetto economia circolare, presentato a dicembre 2015 dalla Commissione europea ed articolato in una serie di azioni chiave:
- azioni per ridurre i rifiuti alimentari, compresa una metodologia comune di misurazione, una migliore indicazione della data di consumo, e strumenti per raggiungere l'obiettivo di sviluppo sostenibile globale di ridurre della metà gli scarti alimentari entro il 2030;
- norme di qualità per le materie prime secondarie al fine di aumentare la fiducia degli operatori nel mercato unico;
- misure nell'ambito del piano di lavoro 2015-2017 sulla progettazione ecocompatibile (ecodesign) per promuovere la riparabilità, longevità e riciclabilità dei prodotti, oltre che l'efficienza energetica;
- revisione del regolamento relativo ai concimi, per agevolare il riconoscimento di quelli organici e ricavati dai rifiuti nel mercato unico e sostenere il ruolo dei bionutrienti;
- una strategia per le materie plastiche nell'economia circolare, che affronta questioni legate a riciclabilità, biodegradabilità, presenza di sostanze pericolose nelle materie plastiche e, nell'ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l'obiettivo di ridurre in modo significativo i rifiuti marini;
- azioni in materia di riutilizzo delle acque, tra cui una proposta legislativa sulle prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue.
Le richieste di Strasburgo
Obiettivi più ambiziosi in materia di riciclaggio, definiti da una roadmap precisa: entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrebbe essere riciclato, si legge nel testo approvato in plenaria.
L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali di imballaggio dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Vengono fissati inoltre degli obiettivi distinti per materiali di imballaggio specifici, come carta e cartone, plastica, vetro metallo e legno.
I prodotti tessili e i rifiuti pericolosi provenienti dai nuclei domestici dovranno essere raccolti separatamente entro il 2025, così come i rifiuti biodegradabili che potranno essere riciclati anche direttamente nelle case attraverso il compostaggio.
Aumentare la quota di rifiuti riciclati significa, al contempo, ridurre quella dei conferimenti in discarica. Il testo fissa la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035.
Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato praticamente alcun rifiuto in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani. L’Italia nel 2016 ha smaltito in discarica 26,9 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 123 chili pro capite che corrispondono al 27,64% della quota di rifiuti prodotti.
Infine, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, gli Stati membri dovrebbero ridurre gli sprechi alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. Per prevenire lo spreco di alimenti, i Paesi UE dovrebbero incentivare la raccolta dei prodotti invenduti e la loro ridistribuzione in condizioni di sicurezza. Per gli eurodeputati si deve puntare anche sul miglioramento della consapevolezza dei consumatori circa il significato dei termini “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”.
Commenti e prossime tappe
“Con questo pacchetto l'Europa punta con decisione a uno sviluppo economico e sociale sostenibile, in grado di integrare finalmente politiche industriali e tutela ambientale. L'economia circolare, infatti, non è solamente una politica di gestione dei rifiuti ma è un modo per recuperare materie prime e non premere oltremodo sulle risorse già scarse del nostro pianeta, anche innovando profondamente il nostro sistema produttivo”, ha detto la relatrice Simona Bonafè (S&D).
Il testo approvato in plenaria ora tornerà al Consiglio per il via libera formale, prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Photo credit: James Wang