Antidumping - Italia, no a revisione Country-neutral del sistema UE

Trade - Photo credit: williamcho via Foter.com / CC BY-NC-SAL'Italia dice no alla revisione del Regolamento antidumping UE, che aggirerebbe la distinzione tra economie di mercato e non.

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Regolamento antidumping UE: proposta di revisione

E' bene ricordare che la proposta della Commissione europea per la revisione del Regolamento base antidumping dell'UE - diventata necessaria dopo la scadenza, a dicembre 2016, di una disposizione transitoria del protocollo d'adesione della Cina all'OMC - elimina del tutto la distinzione tra economie di mercato e non. Ad essa, lo ricordiamo, Bruxelles sostituisce la distinzione tra "Paesi membri OMC, cui si applica la metodologia di calcolo standard", e "Paesi non membri OMC, cui si può applicare la metodologia di calcolo del Paese analogo".

Per i membri dell'Organizzazione - Cina inclusa - che presentino "significative distorsioni di mercato" la proposta prevede la possibilità di "applicare una metodologia diversa, basata su un paniere di costi internazionali, simile a quella in uso negli Stati Uniti". Si tratta in sostanza di una soluzione Country-neutral, nella quale "la Cina è equiparata a qualsiasi altro membro OMC".

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Italia: no a proposta Country-neutral

Anche nella versione di compromesso prodotta dalla presidenza maltese del Consiglio UE, la proposta di Bruxelles, spiega il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in una nota, è "debole e di difficile implementazione" e rischia di lasciare l’industria europea indifesa verso i comportamenti scorretti. 

Alla luce di ciò, l'Italia, spiega il ministro, si dichiara "fermamente contraria" alla proposta di compromesso e ritiene fondamentale che il testo venga sostanzialmente migliorato nel prosieguo dell'iter normativo.

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La linea della politica commerciale seguita dal governo italiano, ricorda infine il numero uno dello Sviluppo economico, è sempre stata chiara e coerente: 

  • massimo supporto alla liberalizzazione del commercio internazionale anche attraverso la conclusione degli accordi di libero scambio,
  • massima intransigenza nella difesa da comportamenti commerciali scorretti nella convinzione che il commercio, per essere motore di crescita, deve essere equo e rispettoso delle regole.

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