Fiera Internazionale de La Havana a novembre 2009
Negli ultimi anni la manifestazione ha mostrato una propensione verso la specializzazione in quei settori particolarmente utili allo sviluppo economico ed industriale dell’isola con particolare riferimento a: edilizia, arredamento, meccanica in generale, tecnologie varie, materie prime e servizi collegati. Non mancano i beni di consumo, come le bevande e i prodotti alimentari, l’abbigliamento e gli articoli per la casa. A curare l'organizzazione della collettiva italiana, su una superficie di circa 860 mq netti, sarà l’Ice.
Nell’ultima edizione erano presenti 1.420 ditte espositrici, di cui 981 straniere, su una superficie totale di 18.000 mq. e sono stati registrati circa 95.000 visitatori.
Alla manifestazione hanno finora aderito con un padiglione ufficiale i seguenti Paesi: Germania, Spagna, Canada, Brasile, Venezuela, Corea del Sud, Russia, Cina, Argentina, Colombia, Iran, Francia, Turchia, Panama, Uruguay, Cile, Trinidad e Tobago. Hanno invece partecipato attraverso le Camere di Commercio ed le associazioni: Bulgaria, Ghana, Honduras, Olanda, Giappone, Inghilterra, Corea del Nord.
A causa della crisi mondiale, secondo gli ultimi dati dell’ONE – Oficina Nacional de Estadisticas, il Prodotto Interno Lordo cubano per il 2008 ha fatto registrare una crescita del 4,3% inferiore al + 8% atteso ad inizio anno. La crescita del PIL è stata trainata dai settori delle comunicazioni, dei servizi e dei trasporti. Per contro, un contributo minore è stato apportato dall’industria cubana cresciuta dell’1,2% (a fronte del + 9,9% del 2007) e dall’agricoltura, cresciuta dell’1,6% nonostante le devastazioni provocate dagli uragani Gustav, Ike e Paloma, a fronte del + 18,8% del 2007.
All’ultima sessione dell’Assemblea Nazionale (dicembre 2008) le autorità cubane hanno ricordato le principali cause del rallentamento della crescita del PIL: le oscillazioni dei prezzi mondiali di alcune materie prime importate (alimenti e petrolio) ed esportate (nichel), i danni causati in tutta l’isola dal passaggio dei tre uragani, la crisi economica mondiale e l’embargo statunitense.
Si intravedono tuttavia segnali positivi per le prospettive di crescita dell’economia cubana nel 2009 alla luce di alcune congiunture favorevoli:
- la crisi finanziaria mondiale iniziata nel settembre 2008 non coinvolge direttamente l’economia cubana che risulta priva di una borsa valori e alquanto svincolata dall’economia statunitense;
- Gli uragani hanno distrutto 10 miliardi di dollari di stock di capitale, non direttamente produttivo, ma le infrastrutture principali del Paese sono state salvaguardate e le risorse stanziate per la ricostruzione potrebbero rilanciare il settore delle costruzioni e produrre qualche effetto di stimolo della crescita nel 2009;
- i termini di scambio, risultati disastrosi nei primi nove mesi del 2008 sono migliorati nell’ultimo trimestre del 2008 con il calo dei prezzi del petrolio e degli alimenti;
- le ricadute politiche di alcuni recenti fatti internazionali come l’insediamento dell’Amministrazione Obama, l’eliminazione di alcune restrizioni all’embargo contro Cuba e la conferma di Chavez in Venezuela che potrebbero assicurare una certa continuità alle esportazioni cubane ed ai flussi di investimento nell’isola.
Sulla base dei dati ufficiali preliminari, nel 2008 le esportazioni cubane sono aumentate in valore del 2,1% rispetto al 2007, a fronte di un aumento delle importazioni cubane di merci del 43,8%.
Le componenti principali delle importazioni cubane sono rappresentate da petrolio, derrate alimentari, macchinari, metalli, prodotti dell’industria manifatturiera, veicoli ed altri mezzi di trasporto e prodotti chimici. Le esportazioni invece sono composte prevalentemente da nichel, prodotti medicinali e biotecnologie, zucchero e suoi derivati, tabacco, pesce, caffè e rum.
Si confermano principali partner di Cuba per le esportazioni: il Canada con il 26,3%, seguito dalla Cina (25,1%), dal Venezuela (12,2%) e dai Paesi Bassi con l’11,7%. Per le importazioni invece abbiamo la leadership del Venezuela con il 22,2% (principalmente prodotti petroliferi), quindi la Cina con il 15.1% ed a seguire Spagna e Stati Uniti, rispettivamente con il 9,7% e il 5,7%.
Gli investimenti di paesi esteri a Cuba si concentrano in settori come il turismo, le telecomunicazioni, l’industria basica (nichel, petrolio, gas, elettricità), le costruzioni, l’industria leggera, l’industria alimentare e il tabacco.
Nell’interscambio commerciale con l’Italia, nel corso del 2008, le esportazioni italiane verso Cuba sono state oltre 295 milioni di Euro, con un aumento del 30,6% rispetto al 2007, mentre le nostre importazioni sono arrivate a 49,5 milioni di Euro con un aumento del 159,17% rispetto all’anno precedente.
Le componenti delle importazioni italiane sono principalmente: legno e prodotti in legno, metalli e prodotti in metallo, prodotti petroliferi raffinati, prodotti alimentari, bevande e tabacco e prodotti chimici e fibre sintetiche artificiali.
Le nostre esportazioni invece sono composte da macchinari, prodotti chimici, prodotti metalliferi, prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, dagli articoli in gomma e in materie plastiche e dagli autoveicoli.
Nel settore del turismo, nel 2008, l’Italia mantiene il terzo posto con 126.042 presenze, dietro a Canada e Regno Unito, ma davanti alla Spagna, anche se a livello percentuale ha subito una flessione del 6,1% rispetto all’ anno precedente.
Nel campo degli investimenti, l’Italia risulta essere il terzo paese investitore a Cuba, dopo Spagna e Canada, nei seguenti settori di intervento: telecomunicazioni (Telecom Italia), industria alimentare (Nuova Parmalat Spa) e trasporti marittimi. Posizione di rilievo assume la partecipazione del 27% di Telecom Italia come unico socio straniero nella azienda telefonica cubana ETECSA.
Per quanto riguarda il contesto politico, Cuba è attualmente guidata dal segretario del partito comunista Raul Castro, fratello del più noto Fidel, ininterrottamente al potere nel 1959.
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Fonte: Ice - Progetti Speciali
(a cura di Alessandra Flora)