Ue - al via Corpo sanitario europeo per gestione emergenze
Il Corpo sanitario europeo offre assistenza medica ed esperti di sanità pubblica in risposta alle emergenze sanitarie dentro e fuori l'Ue.
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La risposta Ue al virus Ebola
La diffusione dell'epidemia di Ebola nell’Africa occidentale ha messo in luce la carenza, a livello internazionale, di personale medico addestrato da inviare rapidamente sui luoghi delle emergenze sanitarie.
Il risposta all'epidemia la Francia e la Germania hanno promosso l’iniziativa "Caschi bianchi" che, a fine 2014, ha posto le basi per la creazione di un Corpo sanitario europeo, volto a garantire il rapido spiegamento di unità e apparecchiature da parte dei Paesi Ue per offrire assistenza medica e competenze in materia di sanità pubblica in risposta alle emergenze dentro e fuori l'Ue.
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Il lancio ufficiale del Corpo sanitario europeo si è svolto il 15 febbraio 2016, presso il Palazzo Berlaymont della Commissione europea, alla presenza dei commissari Ue per la Salute e la Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis e per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianides.
"Scopo del Corpo medico europeo - ha detto Stylianides in occasione dell'evento inaugurale di Bruxelles - è permettere all'Ue di reagire alle crisi sanitarie molto più rapidamente e con maggiore efficienza. Dobbiamo trarre insegnamento dalla risposta all'Ebola, in cui la mobilitazione delle squadre mediche è stata una delle maggiori difficoltà". E dopo aver ringraziato gli Stati membri che hanno già dato il loro contribuito allo strumento ha esortato gli altri Paesi Ue a fare altrettanto, "in modo che l'Ue possa far fronte a bisogni crescenti e possa pianificare e preparare meglio i suoi interventi prima dello scoppio di un'emergenza".
> Official launch of the European Medical Corps
Il Corpo sanitario europeo: come funziona
Ideato e realizzato in stretta collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il Corpo sanitario europeo rappresenta il nuovo strumento comunitario per la mobilitazione di esperti in medicina e sanità pubblica e di unità preposte alle operazioni di preparazione e intervento nelle aree di emergenza all'interno e all'esterno dell'Unione.
Il Corpo sanitario europeo rientra nella Capacità europea di reazione europea alle emergenze (European Emergency Response Capacity, Eerc), ovvero un pool volontario di forze pre-impegnate finanziato con risorse degli Stati membri e creato nell'ambito del Meccanismo Europeo di Protezione Civile, lo strumento Ue nato per rispondere alle emergenze attraverso la condivisione delle risorse di tutti i Paesi Ue.
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Una volta impegnate dagli Stati membri, per entrare a far parte del Corpo sanitario europeo le unità devono essere sottoposte a un processo di certificazione atto a verificarne la rispondenza ai criteri qualitativi e la specifica preparazione a operare nel quadro di coordinamento internazionale. Terminato positivamente il processo, la capacità d’intervento medico viene registrata nell’ambito del Corpo sanitario europeo e può essere dispiegata nelle operazioni di risposta alle emergenze.
Il Corpo sanitario europeo comprenderà:
- squadre mediche,
- gruppi di esperti in sanità pubblica,
- laboratori mobili di biosicurezza,
- capacità di evacuazione medica,
- esperti in sorveglianza e coordinamento sanitari,
- unità di supporto logistico.
Lo spiegamento di squadre mediche verrà coordinato dal polo operativo del Meccanismo Europeo di Protezione Civile, il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (Ercc) ma è competenza dei Paesi membri decidere effettivo spiegamento delle squadre. Una volta sul luogo dell'emergenza, le squadre mediche sono coordinate da un’apposita piattaforma allestita in loco, gestita dalle autorità competenti dello Stato interessato o tramite il meccanismo di coordinamento dell’Onu.
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Le unità che fanno parte del Corpo sanitario europeo usufruiscono del supporto finanziario dell'Ue. Queste possono, infatti, beneficiare di:
- sovvenzioni per l’adeguamento, volte cioè a raggiungere uno livello più elevato di preparazione, qualità e disponibilità. Si tratta di finanziamenti fino al 100% a valere sul bilancio Ue;
- sovvenzioni per le attività correlate alla certificazione delle unità, tra cui formazione, esercitazioni e laboratori. Anche in questo caso il finanziamento può essere fino al 100%;
- sovvenzioni del trasporto, per l’invio delle unità nelle aree colpite dalle emergenze. I finanziamenti coprono fino all’85% delle spese.
A gennaio 2016 risultano nove i Paesi Ue che hanno già offerto unità e apparecchiature al Corpo sanitario europeo: Belgio, Germania, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Paesi bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia.
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Photo credit: EU Humanitarian Aid and Civil Protection / Foter / CC BY-ND