Fondi Ue: più risorse per la riqualificazione degli ex-siti industriali
Cosa fare delle aree industriali dismesse? Per il Parlamento europeo la parola d’ordine è ‘riqualificazione’, mediante l’adozione di misure integrate destinate allo sviluppo urbano sostenibile. Per la realizzazione degli interventi gli eurodeputati hanno proposto un aumento dei fondi regionali 2014-2020 nel documento provvisorio presentato il 12 luglio scorso.
Fesr, le risorse per il periodo 2014-2020
Nella proposta, che dovrà essere approvata dai 27 Stati membri, è previsto l’incremento del 5% delle risorse destinate al Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) per la realizzazione di interventi urbani sostenibili.
Il Fesr ‘potrebbe’ anche sostenere azioni innovative (studi, progetti pilota ecc.) per lo sviluppo urbano sostenibile, fino ad un tetto massimo pari allo 0,2% della quota annuale del fondo.
Gli interventi di riqualificazione delle aree industriali dismesse rientrano non solo tra gli interventi finanziabili tramite il Fesr, ma anche tra gli obiettivi previsti dalla strategia Europa 2020. Il rinnovamento dei vecchi siti industriali, commerciali o militari, infatti, ricade sotto l’ombrello delle soluzioni verdi ed innovative proposte dalla Commissione Ue per la crescita economica.
Non a caso, nella proposta relativa al quadro finanziario europeo 2014-2020 (presentata l’anno scorso), la Commissione Ue aveva chiesto lo stanziamento di 336 miliardi di euro a favore delle regioni.
Secondo la Commissione Ue, infatti, la riqualificazione degli ex-siti industriali potrebbe creare nuovi posti di lavoro per le comunità locali, tutelando l’ambiente e promuovendo azioni innovative.
Ma al momento non è chiaro quante risorse saranno destinate al Fesr. Le trattative sul futuro budget europeo sono ancora in corso e gli Stati membri non hanno ancora presentato alcuna cifra.
Regioni ricche e povere
Secondo il regolamento provvisorio sulla politica di coesione, le regioni più ricche dovranno spendere l’80% dei fondi Fesr, ripartiti su 10 priorità, mentre le regioni più povere dovranno spendere il 60% tra le medesime priorità.
Inoltre, le regioni più ricche dovranno investire almeno il 22% dei fondi Fesr per progetti a basso impatto ambientale, mentre le regioni più povere solo il 15%.
Riqualificare per crescere e tutelare l’ambiente
“Queste priorità d’investimento – ha dichiarato Markus Trilling dell'ong Friends of the Earth Europe (FoEE) – supportano tutte, più o meno, la riqualificazione delle aree industriali dismesse”. Sebbene la proposta del Parlamento sia solo “una goccia in mezzo al mare, per lo meno vogliamo assicurarci che le risorse non siano spese nella realizzazione di gasdotti”.
“La Commissione Ue si sta muovendo nella direzione giusta - ha proseguito Trilling – ma gli Stati membri devono prima definire quanti siti possono essere riqualificati nei propri paesi e poi iniziare a prenotare fondi Ue per riqualificarli”.
La riqualificazione degli ex-siti industriali, ha sottolineato l’eurodeputato Reinhard Bütikofer (German Greens), avrà un impatto economico positivo, contribuendo alla riduzione del deterioramento del suolo, che ogni anno costa all’Europa 38 miliardi di euro.