Project bond: via a un progetto pilota da 230 milioni di euro per attrarre investimenti
Il Parlamento europeo approva un progetto pilota per i project bond. Con uno stanziamento di 230 milioni di euro in garanzie per sostenere l'emissione privata di obbligazioni di progetto per lavori nel settore dell'energia, del trasporto e dell'informazione. Il nuovo schema, che sarà gestito dalla Banca europea degli investimenti, è pensato per attrarre maggiori investimenti privati per progetti di infrastrutture: secondo le stime del Parlamento europeo, grazie alle garanzie dei project bond si mobiliterebbero fino a 4,6 miliardi di euro in investimenti privati.
Dei 230 milioni di euro di stanziamento, 200 saranno accantonati per garantire investimenti nelle reti di trasporti, 20 milioni per le tecnologie dell'informazione e altri 10 per le reti energetiche. I project bond saranno introdotti nel 2012 e nel 2013, in vista di un uso più esteso del Connecting Europe Facility all'inizio del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, e l'idea è sostanzialmente quella di veder come reagiscono i mercati finanziari e utilizzare l'esperienza per migliorarne la capacità di attrarre investimenti.
Soddisfatto l'eurodeputato Antonio Cancian (Pdl), relatore per parere del testo in commissione Trasporti e turismo del Pe. “Utilizzare le risorse europee e sfruttare l'esperienza già maturata dalla BEI sono i requisiti giusti se si vuole creare un effetto leva tale da permettere di realizzare progetti di qualità ed interesse europeo”, ha commentato. Ma, fa notare l'europarlamentare, 230 milioni di euro non sono sufficienti: “bisognerebbe prevedere un aumento del budget specialmente nel settore dell'energia e delle telecomunicazioni”
A fargli eco l'eurodeputato leghista Claudio Morganti, che definisce quello dei project bond “un timido passo verso la crescita, necessario ma non sufficiente”. Oltre a criticare lo stanziamento, basso “rispetto al fabbisogno reale”, Morganti invita l'Ue a “non adagiarsi su questa proposta”, e a “fare molto di più per stimolare crescita, competitività e occupazione nei suoi stati membri”.