Abruzzo: credito d'imposta per combattere la disoccupazione
Dopo "Lavorare in Abruzzo 2" e "Giovani (in)determinati", arriva "Credito d'imposta per l'occupazione", il terzo bando destinato a promuovere l'inserimento nel mondo lavorativo all'interno del territorio regionale. Il progetto multiasse, parte del Piano operativo del Fondo Sociale Europeo (FSE) 2007-2013, dispone di risorse pari a 4 milioni di euro, da destinare al sostegno dei lavoratori in difficoltà.
Possono presentare domanda di partecipazione, tra il 7 e il 31 luglio 2012, tutti i datori di lavoro e le imprese operanti in Abruzzo, che intendano assumere, entro il 13 maggio 2013, o abbiano assunto, tra il 14 maggio 2011 e il 1° giugno 2012, con contratto a tempo indeterminato uno o più lavoratori "svantaggiati" o "molto svantaggiati".
Rientrano nella prima categoria coloro che:
- non hanno un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi,
- non posseggono un diploma di scuola media superiore o professionale,
- hanno età superiore a 50 anni,
- vivono da soli con una o più persone a carico,
- sono occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna superiore al 25% della media dello Stato membro e appartengono al genere sottorappresentato,
- sono membri di una minoranza nazionale.
Sono invece considerati lavoratori molto svantaggiati tutti coloro che sono senza lavoro da almeno 24 mesi.
L'agevolazione consiste in un aiuto economico, erogato sotto forma di credito d'imposta, pari ad un massimo del 50% dei costi salariali sostenuti nei 12 mesi successivi all'assunzione, in caso di lavoratore svantaggiato, e del 50% dei costi salariali sostenuti nei 24 mesi successivi all'assunzione, in caso di lavoratore molto svantaggiato.
"La Regione e le forze sociali – ha dichiarato l'assessore al lavoro Paolo Gatti – stanno concordando insieme una serie di interventi e politiche concrete per fronteggiare la crisi. Abbiamo a disposizione munizioni limitate, ma stiamo scegliendo bene quando sparare e dove mirare per abbattere i mostri del lavoro precario e della disoccupazione".