Assinform: la ripresa dell’ICT dipende dall’Agenda digitale
Sulla digitalizzazione l’Italia mangia la polvere, tenendosi al di sotto della media Ue a 27. Ad evidenziarlo è il nuovo rapporto Assinform, l’associazione che raccoglie 390 mila addetti, 25 mila società di capitali per un mercato da 20 miliardi di euro, pari al 2% del Pil nazionale. Come dimostrano i dati di confronto internazionale, peggio dell'Italia ha fatto solo la Spagna con un mercato della quota -5,3%, a fronte di una media Ue con segno positivo (+0,5%). Meglio di noi hanno fatto la Gran Bretagna (-0,7%), la Francia (+0,3%), la Germania (+2,3%).
Verso il Global Digital Market: una nuova lettura dell'Ict.
Da una lettura tradizionale dell'Ict rimangono fuori i cambiamenti legati alla convergenza sempre più stretta fra It e Tlc, quella dell'economia digitale, basata sulla leggerezza dei budget e delle tecnologie propri del web e del cloud.
Per il 2012 l'Assinform propone una nuova lettura del "Global Digital Market", basata su una riclassificazione, più ampia e diversificata, del settore Ict italiano, capace di osservare e misurare le nuove componenti della domanda digitale.
Considerare il mercato Ict come Global Digital Market porta ad una valutazione del mercato di quasi 70 miliardi di euro (circa 11 miliardi di euro in più rispetto al perimetro tradizionale), e attenua la tendenza verso il basso con un trend di -2,2% nel 2011/10.
Ciò grazie al segmento del "software e soluzioni Ict" che cresce al ritmo annuo di + 1,2% (+0,9% nel 2010/09) fatturando oltre 5 miliardi e a quello dei i contenuti digitali e pubblicità on line che, con un volume d'affari di quasi 7 miliardi di euro, è in salita del +7,1% (+10,1%).
L'effetto traino è dovuto al cloud computing (+ 34,6%), che ha un valore di 175 milioni di euro.
Nel nostro paese – osserva l'Assinform – la domanda si sta spostando verso le tecnologie che valorizzano il web e contenuti: a fronte del calo di Pc, laptop e cellulari, si registra, infatti, una crescita del 92% delle smart tv, del 125% dei tablet (che corrisponde a una crescita del 100% delle unità , passando dalle 428.570 unità vendute nel 2010 alle 858.000 unità del 2011), fino al boom degli e-reader, il cui mercato è aumentato quasi del 719%, raggiungendo un valore di 131 milioni di euro.
I segmenti emergenti della domanda digitale hanno un valore di mercato ancora troppo basso, per compensare il calo delle componenti strutturali dell'Ict. Tuttavia la nuova visione del mercato Ict ha delle importanti implicazioni di politica industriale.
Di fronte a questo scenario il presidente di Assinform, Paolo Angelucci, lancia un appello al governo: “La declinazione dell’Agenda digitale europea in chiave nazionale è una strada che non può essere più elusa o rimandata. In Italia abbiamo già casi di agende regionali che iniziano a essere implementate accanto alla totale o scarsa assenza di iniziativa in altre regioni. E’ fondamentale valorizzare il ruolo delle Regioni nella digitalizzazione dei territori attraverso un’Agenda nazionale”.