Bianchi, Mise: migliorare la capacità di fare sistema sugli incentivi allo sviluppo

Bioeconomy - foto di ParanoidLo ha dichiarato Andrea Bianchi, direttore generale per la politica industriale e la competitività del Ministero dello sviluppo economico. Le agevolazioni allo sviluppo ci sono, in diversi settori, “ma non dobbiamo cadere nella trappola degli incentivi a pioggia”. Per evitare questo rischio, “dobbiamo migliorare la capacità di fare sistema”. Così Bianchi, intervenendo nel corso della presentazione in Italia della strategia per bioeconomia sostenibile, adottata il 13 febbraio dalla Commissione europea. Presenti all'incontro anche Antonio Di Giulio, a capo della direzione generale ricerca e innovazione della Commissione europea, e Maria Uccellatore della direzione per l'internazionalizzazione della ricerca del Ministero dell'istruzione, università e ricerca.

Gli incentivi non mancano. Nella bioeconomy, in particolare, l'Italia ha puntato sui settori della chimica verde e delle plastiche. Ma anche sulle rinnovabili, con incentivi a favore delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Va perfezionata l'organizzazione di questi fondi, la capacità di metterli a sistema riducendone la frammentazione.

A questo si aggiunge un altro punto debole: le risorse disponibili, in Italia, vengono destinate soprattutto agli ammortizzatori sociali. “E ciò”, ha proseguito Bianchi, “va a scapito dei fondi destinati allo sviluppo. Per invertire rotta è necessario lavorare sia sugli incentivi alla domanda, sia sull'innovazione”.

Lavorare su ricerca e innovazione, soprattutto nel settore della bioeconomy, sono anche le parole d'ordine del Miur. Ma non basta. “E' necessario un coordinamento interministeriale perché gli obiettivi che ci poniamo a livello nazionale e comunitario siano realizzati”, ha spiegato Maria Uccellatore. Ma anche un potenziamento del rapporto con il settore industriale: "l'obiettivo è dar vita a un innovativo modello socio-economico da applicare ai diversi settori industriali". Per raggiungerlo, in un'ottica che privilegi la bio-economia, il ministero lavora a "una riconversione dei siti industriali a favore della green economy", che ha attratto investimenti privati per 1 miliardo di euro.

Sulla questione finanziamenti allo sviluppo Antonio Di Giulio ha ricordato - oltre i 4,7 miliardi di euro che l'Unione Europea destinerà a sostenere la bio-economia nel settennato 2014-2020 - le tre condizioni che consentiranno ai fondi strutturali di intervenire nel settore, in coordinamento con il prossimo programma quadro della Commissione europea Horizon 2020: ricerca e innovazione, riduzione della Co2 e sviluppo energetico. “Queste linee guida condizioneranno tutti gli investimenti”.

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