Commissione UE: riformare il sistema Iva per potenziare la crescita
Introdotta nel 1967 nell’allora Comunità economica europea, l’Iva fatica a tenere il passo delle trasformazioni economiche. Pertanto, il 6 dicembre scorso la Commissione Europea ha presentato una comunicazione sulla riforma dell’Iva, orientata a semplificare il sistema e renderlo più moderno, omogeneo e sicuro.
A seguito dell’adozione nel dicembre 2010 del Libro verde sul futuro dell’Iva, accademici, cittadini e aziende di tutta Europa hanno avanzato 1.700 proposte e consigli per migliorare il sistema odierno. Ad essi si aggiungono il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale e il Gruppo per la politica fiscale, concordi nell’adottare un rinnovato sistema dell’imposta sul valore aggiunto.
"Abbiamo bisogno di un sistema più semplice, efficiente e solido”, ha dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione della Comunicazione Ue, Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità e l'unione doganale, l'audit interno e la lotta antifrode. L’organizzazione odierna "risale a 40 anni fa e il regime non è più in linea con la nostra economia orientata ai servizi e basata sulle tecnologie. È giunto il momento di avviare una riforma ambiziosa del sistema Iva".
Tale revisione deve innanzitutto andare incontro alle esigenze delle imprese, con l’obiettivo di farle crescere all’interno dell’Ue. Parole chiave in tal senso dovranno essere semplificazione e trasparenza: un sistema più agevole e standardizzato, infatti, ridurrebbe gli oneri amministrativi, stimolando maggiormente il commercio transfrontaliero.
Allo stesso tempo, l’imposta sul valore aggiunto rappresenta più del 20% delle entrate per un Paese. "Dobbiamo garantire la qualità e la stabilità di tale risorsa", ha affermato il commissario Šemeta. I provvedimenti in questa direzione consistono in un ampliamento della base imponibile e nella limitazione del ricorso alle aliquote ridotte, che consentirebbero di generare nuove entrate nelle casse degli Stati senza aumentare le aliquote in vigore.
Infine, il tema frode. Si stima che circa il 12% dell'imponibile IVA non sia riscosso. Perché questo circolo vizioso si fermi, la Commissione ha pensato a una serie di misure:
- il rafforzamento degli attuali meccanismi antifrode, come Eurofisc,
- l’istituzione nel 2012 di uno strumento di reazione rapida in caso di sospetto di frode,
- la creazione di un gruppo di revisori transfrontaliero al fine di facilitare i controlli multilaterali.
La riforma, che sarà graduale e avverrà nel lungo periodo, dovrà dare vita a un sistema sicuro e di elevata qualità. Un sistema standardizzato, che elimini le frammentazioni attuali – ad oggi, infatti, esistono 27 diversi meccanismi di funzionamento dell’imposta – e funga da stimolo per la crescita economica del mercato unico europeo.