Sostegno pubblico per garantire un'informazione pluralista e di qualita'
La crisi finanziaria e l'importanza crescente di internet hanno messo in difficoltà le società di media tradizionali, costringendone tante alla chiusura. Secondo Aidan White, ex capo della Federazione Internazionale dei Giornalisti e noto attivista per la libertà di stampa, è tempo di riconoscere all'informazione il valore di bene pubblico e di garantirle maggiore sostegno da parte dello Stato.
Intervistato in esclusiva da Euractiv, White ha evidenziato come, oltre ai vantaggi in termini di libertà di espressione e tempestività dell'informazione riconducibili alla rivoluzione digitale, vadano considerate anche le criticità riscontrate dall'industria mediatica, con la migrazione della pubblicità su internet e l'affermarsi di modelli di fruizione che combinano parola scritta e materiali audiovisivi.
Difficoltà che si traducono in perdite economiche, ma anche in una peggiore qualità dell'informazione, dati i licenziamenti, la precarizzazione dei giornalisti, la riduzione dei corrispondenti esteri e di altri investimenti, a partire da quelli in formazione.
Si tratta sicuramente di una fase di transizione e di adattamento a nuovi modelli comunicativi, ma è necessario chiedersi se in queste condizioni il settore privato sia capace di assicurare da solo “il pluralismo dell'informazione e informazioni attendibili che siano utili per la democrazia".
L'informazione è per White un bene pubblico essenziale, da garantire eventualmente anche ricorrendo a maggiori sovvenzioni statali. D'altra parte anche negli Stati Uniti, nonostante la retorica dell'assoluta autonomia del settore privato, i media hanno ricevuto quest'anno aiuti per circa un miliardo di dollari.
In Europa la riduzione delle risorse per i media significa anche minore capacità di produrre informazione indipendente sulle politiche di Bruxelles, considerata la preminenze delle istituzioni comunitarie. Con i tagli ai corrispondenti esteri, afferma White, "c'è meno gente a Bruxelles che fornisca pluralità di opinioni e punti di vista".
Sicuramente anche "ricevere denaro pubblico" può rappresentare un pericolo per la qualità dell'informazione, innanzitutto in termini di indipendenza editoriale e su questo Aidan White chiude con un interrogativo: "come si può fare in maniera aperta e democratica, ma anche senza compromettere l'indipendenza di cui i media hanno bisogno?".