Sul decreto rinnovabili è scontro
Cambiare per non morire. Se fino a un mese fa il futuro era il nucleare, la catastrofe di Fukushima ha cambiato le carte in tavola per molti paesi europei che sull'atomo hanno basato gran parte del proprio approvvigionamento energetico, ma anche per l'Italia, che si stava apprestando a costruire nuove centrali con impegni decennali, enormi investimenti e accordi internazionali.
Oggi è cambiato tutto e il governo volta pagina abbracciando una nuova politica energetica. A ribadirlo è stato il ministro per lo Sviluppo Economico, Romani: "E' adesso importante andare avanti e guardare al futuro, impiegando le migliori tecnologie disponibili sul mercato per la produzione di energia pulita, in particolar modo per quanto riguarda il comparto delle rinnovabili e dell'energia verde".
Il rischio di scelte così repentine rischia di rivelarsi un "pasticciaccio".
Romani ha presentato la nuova bozza di decreto del Quarto Conto Energia (più nota come decreto rinnovabili) soltanto alla Conferenza Stato-Regioni, che oggi lo discuterà.
Il testo fissa il limite della spesa per gli aiuti a 6-7 miliardi di euro all'anno e tara il totale della potenza a 23.000 megawatt: è previsto il meccanismo “alla tedesca” con incentivi che diminuiscono man mano che aumenta la potenza installata e tariffe che calano una volta superati i limiti annuali.
Fanno eccezione i prossimi due anni, definiti "transitori", in cui l'obiettivo sarà di 3.100 megawatt e gli incentivi stimati in 820 milioni di euro:
- per il 2011 è previsto un obiettivo di potenza di 1.350 Mw e un limite di 447 milioni di euro;
- per il 2012 l'obiettivo sarà portato a 1.750 Mw e gli incentivi a 373 milioni. Pertanto, se da un lato si blocca il nucleare, dall'altro il 'mondo' delle rinnovabili chiede maggiore spazio e incentivi adeguati.
Oggi i lavoratori del fotovoltaico hanno incrociato le braccia e alcuni di loro hanno manifestato questa mattina davanti al ministero di via Veneto contro un decreto che "mette un tetto annuo allo sviluppo dell'energie rinnovabili e condanna a morte un intero settore". A questi ultimi si sono uniti lavoratori, imprenditori e sindacati.
Nondimeno, in una lettera al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, le associazioni dei produttori del fotovoltaico denunciano il rischio di blocco del settore e le forti criticità per il futuro del mercato.
A sottoscriverla sono state l'Aper (Associazione produttori energie rinnovabili), l'Assosolare, l'Asso energie future, la Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) e la Rives (Rete imprese venete del solare).
Le associazioni hanno esposto a Errani cinque punti di "criticità":
- l'assenza di qualsiasi meccanismo di tutela dei diritti acquisiti;
- il regime transitorio 2011-2012 con l'introduzione di meccanismi che comporteranno il blocco del settore per la non finanziabilità degli impianti, e l'introduzione di limiti annui, oltre che di un registro preventivo che determinerà speculazioni e incremento della burocrazia;
- l'assegnazione della tariffa incentivante in base all'entrata in esercizio degli impianti;
- un'eccessiva riduzione delle tariffe nel periodo transitorio 2011-2012 (soprattutto per impianti sopra 1 megawatt);
- un meccanismo "complesso e da verificare" di riduzione delle tariffe dal 2013 al superamento delle soglie semestrali.